FALSE IDENTITA’ , STRUMENTO DELLA SOVVERSIONE

Il mondo moderno tende pericolosamente a mescolare il concetto di identità e quello di volontà. A definire un uomo, secondo i liberals, non sono i suoi antenati, la sua cultura, le sue predisposizioni naturali, il suo sesso, bensì l’oggetto della sua ipotetica volontà. Colui che non accetta, ad esempio, di essere maschio e crede che conseguirà la felicità amputando una parte del suo corpo rientra nella categoria dei “trans”. Da un punto di vista logico, però, non ha senso che la volontà sia gerarchicamente superiore all’identità. Come può un individuo voler scegliere qualcosa o esercitare una determinata azione, se non parte da ciò che è lui primariamente. In verità la volontà individuale come dogma assoluto a cui subordinare ogni aspetto della vita trova il suo presupposto in ologrammi delle reali identità, ovvero le identità della materia. Il comunista, il progressista e il liberale ambiscono ad un modello sociale e, in parte, purtroppo, lo hanno realizzato, anche se non trionferanno, in cui la gente si identifichi in principi esclusivamente materiali. Esiste soltanto l’economia ed esistono esclusivamente due categorie di lavoratori, borghesi o proletari, afferma il marxista. Come potrebbe esser considerata vera un’affermazione del genere se il lavoro fosse visto come uno strumento di una comunità nazionale e imperiale? Come potrebbe ciò esser considerato vero se del lavoro venissero messi in risalto gli aspetti spirituali e metafisici? Un artigiano è uguale ad un meccanico? Un agricoltore è identico ad un sarto? Evidentemente no. Questi divengono uguali soltanto se sono persuasi a considerare il loro ruolo teso unicamente a guadagnare e a sopravvivere. Pur di tenerli insieme nell’orizzontalità si crea la categoria fallace del “proletariato”, che, non avendo riscontri nella realtà, dato che ad animare la materia è lo spirito, viene teorizzata dogmaticamente. Non esistono gli uomini e le donne, afferma il progressista, esistono semplicemente individui nati per caso con il pene o con la vagina. Non avendo anche questa teoria alcun riscontro nella realtà, ci si inventa la teoria di genere, anche questa illusione fallace frutto di una spiritualità perversa e tellurica, il cui presupposto è semplicemente voler assecondare qualsiasi pulsione tendente al caotico, e nella quale si fanno rientrare individui che semplicemente avrebbero necessità di una formazione che faccia riscoprire loro chi sono realmente, dal momento che in un mondo grigio e delirante come quello odierno hanno smarrito totalmente l’orientamento. Quanto fin qui esposto rende comprensibile da dove nasce l’odio per chi dell’identità, del sangue, della Tradizione fa il proprio stile di vita dei sovversivi propugnatori di false identità; in effetti, deriva dalla loro consapevolezza, conscia o inconscia che sia, delle menzogne che propagano. Un apparato che si fonda su falsità e bugie è come un’abitazione di paglia, ovvero poco serve per farlo crollare, ergo la tirannia e l’odio sono gli unici strumenti di cui dispongono perché ogni falsità resti intatta e invariata. Non tutto è perduto, però; come si suol dire, il vento della rivoluzione non lo puoi fermare. E quando questo arriverà, chi avrà fino a quel momento fatto tutto ciò che era in suo potere per distruggere definitivamente la civiltà europea e il resto del mondo sarà spazzato via e nulla lascerà ai posteri. Ogni nemico, per mezzo della provvidenza della Giustizia, della Δικη, come la definivano i greci, sarà condannato alla damnatio memoriae ed è lì che chi avrà lottato strenuamente contro l’infamia per abbattere il muro delle menzogne, brinderá sulle macerie di quel mondo di rovine finalmente sepolto nell’abisso più profondo della materia cui appartiene.

FERDINANDO VIOLA

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