CHI SIAMO

E SOPRATTUTTO CHI NON SIAMO E NON SAREMO MAI…

È ora di dire chi siamo e cosa vogliamo.

Incominciamo da quello che non siamo: non siamo un gruppo di ideologi o di intellettuali, categorie che riteniamo da sempre inutili quando non controproducenti, non siamo chierici di nessuna chiesa, né custodi ortodossi di nessuna ideologia, né nostalgici di alcunché, in quanto reputiamo chi si attacca al nostalgismo, qualsiasi esso sia, uno sconfitto in partenza, non siamo dei consolatori, degli imbonitori, dei plagiatori in cerca di consenso, né “ringhiere” alle quali appoggiarsi in termini nietzschiani.

Non ci piacciono i giochi elettorali, ma soprattutto la mentalità “elettolaristica”, non ci piacciono le conventicole, la mentalità gruppettara, le sette, i circoli chiusi, l’aria stantia e vecchia dei partiti e partitini, le finte obbedienze, l’ignoranza elevata a valore, la mancanza d’autoironia e di sapersi mettere in discussione.

Non ci piace la “cultura” in quanto sfoggio di erudizione o peggio di soggettivismo allo stato brado, non ci piacciono le “opinioni”, ci piacciono le persone che pensano “organicamente”, ancorate ad un Zentrum.

Non ci piacciono quelli che stanno con il torcicollo perenne all’epoca che fu, né quelli che per la centesima volta da decenni ormai, dicono che “navigare necesse” ma poi salpando, non sanno dove vanno a finire e non indicano né una rotta, né una direzione e finiscono puntualmente sugli scogli con tutta la barca.

Non ci piacciono quelli che esiste solo il “sociale”, ma poi lo scambiano con il confondersi con la peggiore plebe, non ci piacciono neppure gli “spiritualisti” che recitano la parte dei seriosi autonominatisi interpreti di riti sepolti e defunti, né gli economicisti che fanno dipendere l’esistenza dell’Uomo dal conio di un soldo, e tantomeno i seriosi e gravi “metapolitici”, quelli che da decenni ci spaccano gli zebedei con presunti “altrove” da ricercare solo nei propri sogni.  

E soprattutto non ci piace delegare a chicchessia. Per principio.

Non ci piace il piccolo nazionalismo bottegaio e giacobino, retaggio da tre secoli di ogni canagliata ai danni dell’Europa, non ci piace lo sciovinismo accattone che si esercita sui formaggi, sullo champagne, sui crauti, o sulla nazionale di calcio, non ci piacciono i filorussi ed i filoamericani, non ci piacciono i filo qualcosa e gli sciuscià in generale, non ci piacciono gli xenofobi che confondono la lotta antimperialista dei popoli oppressi con la questione dell’invasione allogena in Europa, tantomeno ci piacciono i marxisti e i liberali.

Siamo quelli, invece, dell’Europa Nazione, del Mito di Roma, Sparta e Berlino, sviluppatisi nei secoli come centri di Volontà e Potenza, di civiltà millenarie che hanno le risorse creatrici per affermare la propria centralità nel Mondo e non subire dopo 70 anni, ancora le catene dell’imperialismo culturale, economico e militare dei vincitori di Yalta.

Siamo quelli che ancora hanno un senso di marcia, una direzione che porta ad un’Europa Terza Forza, che ha nel suo DNA un Principio irrimediabilmente antitetico alla visione capitalista ed economicista dell’esistenza, che parte da una Weltanschauung  opposta alla cultura occidentale a trazione angloamericana e che ancora alberga nei cuori di molti europei.

Siamo per l’Autonomia Europea in ogni settore. Unica scelta necessaria, possibile ed in linea con la Nostra Storia.

Siamo quelli che vogliono recidere con le cesoie del Pensiero, ogni ghetto, ogni gabbia, ogni recinto mentale che porta alle solite scelte del cane di Pavlov.

Siamo il Punk, l’Hard Rock e Wagner.

Eretici quando serve, ortodossi quando si mettono in discussioni i Principi Immortali, agili come farfalle e puntuti come l’ape come Muhammad Alì, flessibili ed aperti al dialogo con tutti, ma senza alcun tipo di sudditanza psicologica né concessione al politicamente corretto.

Siamo per un’analisi rigorosa delle questioni e delle dinamiche del nostro tempo, per dare un contributo all’Europa di domani nella sua missione civilizzatrice di cui deve riscoprire il senso profondo.

Siamo per l’Hic et Nunc, ma con un retaggio secolare.

Siamo quel che siamo.

REDAZIONE KULTURAEUROPA