Elezioni Europee e Dinamica Europa Potenza

Kulturaeuropa è una vivace e agile struttura che opera sul piano metapolitico e culturale. Cio’ non vuol dire, che essendo un laboratorio di Idee che non si astrae dalla realta’ che ci circonda, ma anzi pretende di analizzarne le trasformazioni e di capire i cambiamenti in un’ottica rivoluzionaria, non tenga nel dovuto conto anche i momenti elettorali ed il loro significato in prospettiva.
Proprio perche’ lontani da ogni innamoramento o tentazione elettoralistica, possiamo pero’ focalizzare l’attenzione su cio’ che ci preme maggiormente e cioe’ gli equilibri ed i possibili scenari che deriveranno dalle imminenti elezioni europee che, come noto, si svolgeranno il 9 di Giugno.
Il primo punto sul quale vorremmo soffermarci è che queste elezioni si svolgono in uno scenario alquanto mutato rispetto ai decenni precedenti ed in particolare dalla caduta del Muro del 1989 e della relativa apertura ad Est dell’Europa avvenuta all’inizio degli anni duemila
Con l’aggressione russa all’Ucraina e la questione mediorientale che ripropone in modo ancora piu’ drammatico l’irrisolta questione palestinese ,l’Europa si trova ad affrontare delle crisi alle quali dovra’ in qualche modo fornire delle risposte incisive ed unitarie.
In secondo luogo, la perdita di competitivita’ delle imprese europee sul mercato mondiale, la crisi demografica , l’assenza di competenze e skills della forza lavoro giovanile, la mancanza di materie prime e il mancato controllo della “catene di valore” dei manufatti prodotti nel Vecchio Continente , in prospettiva, se non risolti in tempi medi ,come da piu’ parti invocato, portera’ ad una totale emarginazione rispetto agli Usa ,alla Cina ed ai cd paesi emergenti, causando l’inevitabile declino.
La lentezza del processo di coesione sociale, dall’unione bancaria, alla difesa comune, all’unione fiscale, alla politica estera, portate avanti dalla Von der Leyen, si scontrano con le spinte e le controspinte dei Paesi Membri all’interno dei quali, i partiti di maggioranza e opposizione giocano spesso in dipendenza da interessi extraeuropei.
Per capirci, la partita è tutta interna alla logica della competitivita’ dell’imprenditoria europea che soffre di problemi di quote di mercato internazionale ed i partiti che compongono i diversi Governi dell’Unione che sono soffocati o da logiche piccolo-nazionaliste e sovraniste oppure da un “europeismo” occidentalista e succube degli interessi statunitensi.
In questo gioco in cui si fronteggiano elites capitalistiche europee che hanno i loro interessi di mercato e le strutture di rappresentanza partitiche inadeguate a fornire la svolta necessaria ad un decollo economico e politico dell’Europa sta tutta la strozzatura del collo della bottiglia, come efficacemente descritto da Mario Draghi nel suo recente discorso del 24 aprile 2024.
In particolare , nel suo discorso, l’ex presidente della Bce individua quindi tre filoni sui quali
l’Europa deve impegnarsi urgentemente: l’uso il più efficace possibile delle economie di scala a livello continentale (superando la frammentazione del mercato in alcuni campi, come quello delle telecomunicazioni); l’urgenza di fornire e finanziare beni pubblici europei; e l’importanza di garantire il rifornimento di risorse indispensabili (non solo materie prime, ma anche manodopera).
Questo discorso puo’ stupire solo gli ingenui ed i trinariciuti, abituati ad analizzare i fatti con logiche pregiudiziali dettate da schemini preconfezionati, ma in realta’ quanto sostenuto dal portavoce delle elite imprenditoriali europee è una necessita’ che collima, per motivi opposti negli esiti ma collimanti nelle premesse, con le nostre aspirazioni per un’ Europa Potenza che superi finalmente le logiche di veto dei 27 Stati membri.
Se questa è la dinamica in atto, cosa ci si deve auspicare dall’esito delle prossime elezioni europee che non sia lo sterile derby Destra versus Sinistra che in Italia assume contorni francamente imbarazzanti?
Anche perche’ la dinamica è trasversale e condiziona , in senso positivo e/o negativo, entrambi gli schieramenti che al loro interno contengono sia elementi “frenanti” rispetto all’Europa che elementi apertamente “collabos” con le ingerenze imperialiste extraeuropee.( Usa , Russia , Cina) oppure elementi sinceramente favorevoli ad una maggiore coesione europea.
Partendo dalle “destre europee” abbiamo un panorama molto variegato che oscilla dal sovranismo filorusso e antieuropeo di partiti come l’AFD , Il Rassemblement National francese e in parte la Lega in Italia , ad una visione molto piu’ “europeista “ della Premier Meloni che potrebbe legarsi alle forze conservatrici europee legate al PPE ma con quale maggioranza?
Se analizziamo la sinistra europea , anch’essa non è esente da pesanti contraddizioni interne e
comunque seppur formalmente “europeista” lo è in massima parte in termini di dipendenza
angloamericana , anche se si registrano aperture su un discorso piu’ autonomo, per esempio sul versante della difesa comune.
Davanti a questo scenario a dir poco inadeguato alle sfide , non ultima quella sull’Intelligenza artificiale dove gli investimenti massicci provengono da cinque multinazionali americane , non possiamo non auspicare che prevalgano quelle forze che promuovono, aldila’ delle etichette colorate, la maggior coesione europea in tutti i settori , dalla difesa , alla politica estera, all’energia, all’unione bancaria , all’unione fiscale e dei modelli di welfare, sino a configurare quell’Unione politica che superi l’attuale impasse di una sommatoria imbelle di Stati membri.
Su questi temi è molto piu’ probabile che si giochi la partita vera , quella sul nuovo Presidente della Commissione Europea , unico organo tecnico-politico dell’Unione , motore dell’iniziativa comunitaria che dovra’ necessariamente fornire delle risposte che vadano oltre i canoni classici della rappresentanza parlamentare.
La dinamica in atto, in conclusione, è quella che descriviamo nel nostro Volume “EuroTecnica” in uscita per i tipi di “Passaggio al Bosco” e che servira’ ad orientarsi in modo rivoluzionario in quest’epoca di svolta per l’esistenza stessa dell’Europa ma soprattutto per il suo Futuro che auspichiamo di Potenza e di Autonomia.

REDAZIONE KULTURAEUROPA

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