I COMPAGNI LO SONO DA SEMPRE, NON E’ UNA NOVITA’ DI OGGI
In molti, anche nel nostro ambiente, chiamano gli “ex” comunisti convertitisi al vangelo del progressismo in salsa americana, traditori, dal momento che avrebbero abbandonato le istanze del proletariato per sposare quelle tanto care alle elites. Questa analisi è perfetta da un punto di vista formale ma errata nella sostanza. È la ragione per cui è risibile rimpiangere la vecchia sinistra. Il comunismo sovietico con i suoi vari tentacoli nell’Europa Occidentale aveva l’ambizione di proletarizzare gli individui, ovvero renderli tutti perfettamente uguali, senza radici, senza patria, senza religione, senza consapevolezza. Ciò avrebbe portato ad un mondo perfetto e senza ingiustizie. La strategia del neo-liberismo odierno qual è? Rendere gli individui perfetti consumatori, senza radici, senza identità e senza religione, protesi esclusivamente al raggiungimento dei desideri che di volta in volta vengono loro proposti. Grandi differenze? No. Semplicemente cambiano i mezzi e i modelli di riferimento, ma il risultato è il medesimo. Di conseguenza, semplicemente, il marxismo internazionale, resosi conto del fallimento del socialismo reale, ha dovuto mutare strategia. Inoltre, già dal ’68 in poi i comunisti italiani ed europei incominciarono a guardare con favore i fenomeni del progressismo, ed è acclarato dai fatti che i loro padroni sovietici approvassero tale commistione. Il regime in cui noi viviamo dalla caduta del muro di Berlino può tranquillamente essere definito come Capital-comunismo, visto che unisce un’economia di libero mercato ai peggiori dei “valori marxisti”. E, esattamente come avveniva in URSS, la ricchezza si sposta sempre di più nelle mani di pochi e la proprietà privata, nonostante la dottrina liberale , dichiari di voler difenderla, è sempre più un miraggio per i più, visto che il consumatore perfetto deve essere quanto più possibile un apolide vagabondo, in cerca di un lavoro sempre diverso e mai nella stessa città e mai nella stessa nazione.
Che il capitalismo e il comunismo fossero due facce della stessa medaglia è cosa nota da tempo, oggi se ne ha soltanto la prova suprema.
REDAZIONE KULTURAEUROPA