Avviso a compagni, antifa vari, borghesotti e progressisti: non riuscirete a distruggere la memoria e il rito di Acca Larenzia, cancellando la croce celtica dal muro. Ogni simbolo sacro è immortale e la memoria di tutti i caduti vivrà per l’eternità, nonostante i vostri tentativi di repressione.
In una città come Roma, in preda al declino e al degrado più totale, i consiglieri comunali sanno bene di cosa occuparsi. La loro ultima decisione è stata la scelta di “cancellare” la croce celtica disegnata ad Acca Larenzia. La sinistra ha ovviamente preso l’iniziativa, dopo essersi già preparata i comunicati da inviare al solito giornalista di regime, la destra, invece, nell’illusione che l’ambiguità paghi in eterno, o, forse, a causa di ignavia e codardia, né si è astenuta, né ha votato contro, ma semplicemente è uscita dall’aula consigliare.
Molto si potrebbe dire su quanto è accaduto, ma i fenomeni da baraccone non meritano che si spenda eccessiva energia contro di loro, di conseguenza ci limitiamo semplicemente a questa constatazione: non saranno la vostra prepotenza e la vostra tirannia da due soldi a distruggere i nostri simboli. Questi sono vivi nei cuori e nelle menti di chi porta avanti l’Idea e continuerà a trasmetterla alle generazioni future. Non è cancellando un simbolo da un muro che eliminerete la memoria dei martiri di Acca Larenzia. Li avete uccisi, sperando che il dolore e la paura conducessero i camerati che con loro condividevano la militanza ad arrendersi, e invece vi siete trovati davanti ad uomini e a donne ancor più agguerriti, che non piegarono la testa e che, come un oceano di guerrieri, da quarantacinque anni nell’immortale rito del presente fanno rivivere le anime dei nostri avi che ispirano chi ancora oggi, in un mondo alla deriva, che spesso induce tanti a credere che le sovversioni siano definitivamente prevalse, non ha rinunciato alla lotta. Vi spaventano le adunate di Acca Larenzia, ha dichiarato uno dei vostri beniamini, un tal Romano Prodi, uno dei più esperti nell’arricchirsi con i soldi pubblici, espressione della più lestofante e putrida ideologia che ha corrotto l’Italia negli ultimi ottant’anni, il cattocomunismo. Non è difficile credere che abbiate paura. L’inferiore teme il superiore. Il mercante ha paura degli eroi. Gli imbroglioni e i malfattori sono atterriti dal sacro e, peccando di superbia, tuttavia, sperano di poter incutere timore in chi dal sacro è illuminato. Le vostre leggi sono patetiche. Sono l’ultimo anelito dell’estrema degenerescenza di un mondo borghese in stato comatoso, ma fossero anche di più alto livello, noi rispondiamo, eredi del grande lascito di Antigone, alla legge del cielo e degli dei, non ai buffoni sovversivi i quali con la ybris ambiscono a sovvertirla. La vostra specialità è la menzogna, lo sappiamo, ma noi non dimentichiamo e non cesseremo di chiedere giustizia e verità per tutti i camerati uccisi dall’odio e dalla vigliaccheria dei vostri infami padri. Vi piace colpire nel mucchio, pestare nell’anonimato della collettività chi non si piega a voi, mai seguendo la legge della lealtà e dell’onore e sempre in rapporto 10:1, avendo le spalle coperte dal potere mediatico, politico e giudiziario. Eppure, quando succede che i fatti non vanno come avevate previsto, in quanto vi trovate in un posto in cui l’essere antifa non è garanzia di immunità, subito con strepiti e piagnistei invocate aiuto e pietà. Godete delle disgrazie altrui, come avvoltoi speculate su ogni evento che potete trasformare in uno strumento utile alla vostra propaganda e alla vostra distorta narrazione della storia e degli eventi, ma non riuscirete a scalfire chi eroicamente si erge a difesa della sacralità di principi immortali. Stefano, Franco e Francesco vivono in noi e vivranno in noi per l’eternità. Ogni volta che proverete a infangare il loro ricordo, noi saremo lì a proteggerlo. Ogni volta che spererete di aver vinto, perché qualche altro esponente della cosiddetta destra a voi si è piegato, vi troverete davanti altri mille che torneranno a ridisegnare quei simboli sui muri e che non cederanno alla vostra prepotenza e ai vostri soprusi. Ed è proprio quella roba marcia che è l’ antifascismo che darà sempre la forza ad un’intera area di compattarsi e di non piegare la testa. Cari borghesotti, benpensanti, compagni e progressisti, vi sarà un momento in cui voi insieme alle vostre scorie e alla vostra superbia cadrete nell’oblio della storia, non importa tra quanto ciò avverrà, ma, quando avverrà, siate pur certi che tutti i nostri caduti e tutti quelli che fisicamente si troveranno ad assistervi brinderanno sulle macerie delle vostre nefandezze, perché sarà tornata a governare la legge della Lealtà, dell’Onore, della Giustizia e della Fede.
Ferdinando Viola