RIPRENDERSI LA SCUOLA

Credere di poter disertare la scuola è il modo perfetto con cui la sinistra si prenderà questa, la prossima e le altre generazioni che verranno. 

Le “maestre” di oggi non sono cadute dall’alto per volere di qualche macchinazione: sono frutto di un progetto educativo ben preciso, di un percorso storico; sono gli studenti di ieri diventati maestri, professori, sindacalisti, dirigenti scolastici, rettori, ministri e deputati. 

Andare a scuola e far andare i propri figli a scuola, oggi, è più che mai un atto politico prima che culturale e professionale: non si può crescere in una bolla, non si può pensare una comunità e stabilire legami vivendo da soli, non si può sviluppare un pensiero senza la sfida. 

Forse più che Gramsci – che ormai al pari di Pasolini è più celebre a destra che a sinistra – servirebbe Giuseppe Mazzini: educazione e nazione, patria e lavoro. 

“Non bisogna abolire la proprietà perché oggi è di pochi; bisogna aprire la via perché i molti possano acquistarla”.

Il fatalismo lasciamolo ai figli di Badoglio.

REDAZIONE KULTURAEUROPA

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