Si è svolto domenica 3 dicembre, il raduno sovranista organizzato dalla Lega a Firenze. L’hanno chiamato “Free Europe” e tra gli aderenti c’erano quasi tutti i partiti iscritti al gruppo europarlamentare Identità e Democrazia, tra cui: il Rassemblement National, AfD, Alleanza per l’Unione dei rumeni e Revival, il partito ultra nazionalista bulgaro.
Assenti Marine Le Pen e il leader sovranista olandese Geert Wilders che hanno mandato dei video messaggi. «Siamo movimenti di resistenza democratica di fronte a una struttura burocratica dominante», ha affermato la leader francese come una partigiana qualunque. Mentre secondo Wilders: «cerchiamo di essere gli artefici del nostro futuro e il benessere del nostro popolo è in cima alle nostre priorità».
Tra gli interventi più attesi c’era sicuramente anche quello del Presidente dell’AfD, Tino Chrupalla: «Quella dell’Ucraina non è la nostra guerra, non può vincere questa guerra, dovrebbero fermarla». Poi ha aggiunto: «Siamo qui per costruire una nuova Europa, una casa con tanti appartamenti in cui noi abbiamo il diritto di fare quello che vogliamo e come vogliamo».
Bizzarro anche l’intervento del leader sovranista polacco e vicepresidente della Confederation of the Polish Crown, Roman Fritz: «Per noi il giusto cammino in Europa è dato da Dio, onore, patria, famiglia, fede, verità, giustizia e libertà. Tutto questo si può sintetizzare in un’unica parola: la tradizione cattolica».
Insomma, una bella accozzaglia di quella che un tempo sarebbe stata definita la destra reazionaria, patriottarda e bottegaia. Difatti, come abbiamo potuto leggere nei vari interventi, spicca un grande sentimento provincialista in cui ogni paese cerca di fare i propri piccoli interessi a discapito del vicino. Una prospettiva ottocentesca, priva di una qualsiasi Volontà di potenza, dove ogni aspirazione finisce nel relegarci ai margini della storia. Ne è dimostrazione l’astio nei confronti di un popolo europeo, come quello ucraino, che vittima delle logiche imperialiste da est e da ovest, sta difendendo eroicamente non solo la propria nazione, ma l’Europa tutta. Non stupisce infatti che tra questi partiti ci sia chi sostiene la Russia, chi gli Stati Uniti, chi Israele e chi, addirittura, tutti e tre.
In conclusione, contrariamente a quanto detto dal leader tedesco, noi vogliamo l’Europa che sia una Comunità di Destino, un unico “appartamento” con cui tornare Potenza. Se così non fosse, finiremmo per tradire e rinnegare quella che è la nostra storia perché, come diceva Adriano Romualdi: «l’antifascismo è la rinuncia, è la viltà e l’accettazione della sconfitta del 1945. È in nome dell’antifascismo che si continuerà a tradire, ad abbandonare, a rinnegare i valori e gli interessi dell’Europa».
Se queste sono le premesse delle destre europee in vista delle prossime elezioni, allora non ci resta che sperare in un loro fallimento.
Pierpaolo Cicciarella