Dopo il trattato del Quirinale che lega Italia e Francia e quello di Aquisgrana che lega Francia e Germania, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il cancelliere tedesco Olaf Scholz hanno siglato a Berlino il “Piano d’azione”.
Una cooperazione strategica tra i due governi che, in quasi tutti i settori d’intesa, riguarda molto da vicino l’Unione Europea. “Penso che questa sia un’ottima notizia anche per l’Europa, due nazioni fondatrici dell’UE che decidono di rafforzare il proprio partenariato in un momento cruciale per il nostro continente”, ha dichiarato il premier italiano in conferenza stampa al termine del vertice intergovernativo.
Il patto, infatti, tocca diversi punti oggi centrali nell’agenda europea: dalla migrazione all’Ucraina, dal conflitto israelo-palestinese alla cooperazione economica ed energetica, dagli armamenti allo Spazio, fino all’operazione Lufthansa-Ita.
Uno dei momenti più importanti è stato sicuramente il confronto sul Patto di stabilità e crescita: “Ci siamo avvicinati alla soluzione, vogliamo che i criteri di stabilità abbiano un ruolo importante, ma non possiamo costringere nessun Paese in un programma di austerità”, ha assicurato Scholz. Da parte sua la Meloni ha messo in chiaro che il governo di Roma “non chiede una politica di bilancio allegra, ma abbiamo un problema di difesa degli investimenti” ed è per questo che spinge per nuove regole di governance che “premino gli sforzi per favorire le scelte strategiche nel quadro di una politica di bilancio seria”.
Sicuramente questo nuovo accordo è da considerarsi un passo in avanti per ciò che riguarda i rapporti tra Roma e Berlino, che vanno bene a intersecarsi con quelli già stabiliti con Parigi. Rimane però da sciogliere il nodo più grande.
Questo genere di trattati rafforzano sicuramente i rapporti tra le nazioni che gli stipulano e di riflesso l’Unione Europea, ma non è ciò che servirebbe realmente all’Europa per arrivare a fare quello step decisivo che le permetterebbe di giocare un ruolo di primo piano nello scacchiere internazionale.
Gli accordi sull’energia, sugli armamenti e sullo Spazio, ad esempio, serviranno a ben poco se non accompagnati da una volontà d’autonomia europea, da una politica estera comune e da un esercito continentale.
A provincialismo, conservazione e debolezza, prevalga Europa, Accelerazione, Potenza.
Pierpaolo Cicciarella
Mi pare ottimo, equilibrato. Pone il problema-chiave.