Un’altra importante tornata elettorale si è conclusa nel cuore d’Europa. Dopo il deludente risultato dei partiti conservatori in Spagna, anche nelle elezioni svoltesi in Polonia pochi giorni fa, la destra non è riuscita a confermarsi. È interessante notare come, nonostante la Polonia sia uno dei Paesi europei maggiormente nazionalista e con un elettorato di destra abbastanza ampio e radicato, i partiti conservatori non sono riusciti a ottenere la maggioranza. Il Premier uscente Morawiecki, infatti, con il 35% dei consensi ottenuti, non riuscirà a formare un nuovo governo, nemmeno se si coalizzasse con “konfederacja” partito di estrema destra che si è fermato al 7%(anch’esso sotto le aspettative).
Se è pur vero che i temi identitari come la difesa dei confini e delle tradizioni siano molto sentiti, è anche vero che una grossa fetta dell’elettorato ha voluto dimostrare appartenenza all’UE. Difatti ultimamente il primo ministro polacco, oltre a rimarcare il proprio scetticismo nei confronti dell’Europa, aveva anche minacciato di sospendere i propri aiuti militari a Kiev, spianando una prateria alla coalizione europeista “Terza Via”.
Ci avviciniamo quindi alle prossime elezioni europee con il vecchio continente impegnato a dover fronteggiare diverse emergenze, su tutte la guerra in Ucraina, l’immigrazione e il terrorismo. In questo scenario le istanze delle destre potrebbero sembrare potenzialmente maggioranza ma, come abbiamo visto con le recenti elezioni, la visione sovranista è monca, miope, perdente. Non basta essere identitari, non basta essere conservatori. Bisogna essere anche e, innanzitutto, europei.
Ecco che quindi si apre un enorme spazio politico-culturale per un’area di pensiero in grado di recuperare e rilanciare temi per troppo tempo abbandonati alla sinistra, come l’Europa e il progresso. Non nella concezione del cosiddetto progressismo liberale, ma in una ritrovata visione del mondo verticale. Con forti radici radicate nel mito dell’Europa, ma rivolta verso il futuro. Un’area che punti alla formazione di un’Europa potenza, che spazzi via quell’alone di pessimismo e sudditanza. Un’area sì identitaria, legata alla Tradizione, ma anche europea e futurista.
Pierpaolo Cicciarella