IL SOLE INTERIORE

L’uomo contemporaneo tende a disperdersi in un mondo di apparenze illusorie, lontane dal Vero. Bombardato da continue notizie che non riesce, né potrebbe, controllare, si lascia, consapevolmente o meno, guidare da altri, vivendo la loro esistenza, non la propria.

Si limita a ripetere quanto sentito, a dar peso a ciò che si presenta in superficie, ad esprimersi come altri vogliono, ad essere prevedibile minimo ingranaggio di un sistema sfuggente, instabile, votato al nulla.

Tale uomo è spinto ad uniformarsi e allinearsi a conformismi e slogan senza spessore profondo, senza alcuna prospettiva di pensiero critico autentico, né di un arbitrio realmente libero. Eppure, si sente libero, pur barcamenandosi nel qui e ora come larva alla deriva, illudendosi di essere protagonista di eventi e dinamiche che passivamente assume. Meri riflessi di una banalità sconcertante.

Tuttavia, l’essere umano è qualcosa di prezioso. Porta in sé l’impronta di una trascendenza sacra: è microcosmo di una realtà universale che nulla potrà distruggere.

Fondamentale, dunque, nell’età della dissoluzione, la riconquista di una interiorità solare, saldamente ancorata al Mito, al Simbolo, alla Tradizione. 

Fondamentale l’essere portatori di una originaria, ma rivolta al futuro, Visione del mondo. Prescindendo da tali riferimenti, ogni azione volta all’esteriore non ha senso alcuno.

Tornano alla mente le parole di Julius Evola:

«Vi sono sempre punti e momenti […] in cui l’elemento fisico e quello metafisico interferiscono e l’esteriore aderisce all’interiore. E sono “chiusure di circuito”: la luce che, per un attimo, come nel punto di tali chiusure, ne scaturisce, è certamente quella di una vita assoluta» (1).

 Giuseppe Scalici

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