Le azioni di Hamas nei confronti di Israele hanno rivelato per l’ennesima volta un dato di fatto incontrovertibile, ovvero che nella cosiddetta area tutti i valori più nobili vengono costantemente superati, e sempre rigorosamente all’indietro.
Nell’ultima puntata della rubrica polis, che ho l’onore di tenere ogni mercoledì, è stata affrontata la seguente questione, cioè che, accanto a chi sostiene Israele perché difenderebbe la cristianità dall’islamismo, dimenticandosi curiosamente cosa pensano gli appartenenti alla religione ebraica del cristianesimo, e a chi sostiene la causa palestinese ma poi dileggia costantemente gli ucraini che quotidianamente muoiono per difendere esattamente come i palestinesi la propria terra dagli invasori del Cremlino, è emersa una nuova “corrente”, ovvero i presunti neutrali tra Israele e la causa palestinese.
Molti di loro si dichiarano fascisti, ma, visto che i fascismi europei furono i più importanti interlocutori e alleati del mondo arabo in chiave antisionista, antisovietica e antimericana, evidentemente sono in totale confusione esistenziale.
In verità, ogni giorno che passa, rivelano, esattamente come i russofili, sempre di più la loro natura e, esattamente come questi ultimi, dimostrano di essere stati perfettamente penetrati dai “valori wasp”.
Se, infatti, le correnti putiniane sono pregne di visioni messianiche, di deviazioni e malinterpretazioni del tradizionalismo, i cosiddetti neutrali tra Israele e Palestina, ovvero filosionisti che non hanno il “coraggio ” di dichiararlo apertamente, sono impregnati di razzismo borghese, dai tratti veterotestamentari e da “idee suprematiste”.
Tutto ciò è indissolubilmente figlio di un’influenza che l’alt right americana esercita sulle destre europee da vario tempo, soprattutto da quando è emerso il problema della “cancel culture”. Alla luce quindi di questi fatti appare opportuno ribadire dei concetti che teoricamente dovrebbero essere scontati, soprattutto perché anche persone valide potrebbero subirne l’influenza.
I dogmi da cui partire, anche se tale parola non è esattamente afferente al nostro modus agendi, sono i seguenti:
– Non esiste alcuna battaglia comune tra gli europei e gli americani wasp per difendere il mondo bianco.
Gli Stati Uniti moderni nascono da europei che rifiutano di essere europei e cercano per loro stessi una nuova terra promessa. Il ruolo esercitato da loro nella seconda guerra mondiale non è che in coerente continuità con le origini dell’Occicente. Da ciò ne consegue che la bussola è l’Europa e non l’Occidente. Ci sono americani validi, ma sono quelli che rifiutano gli Stati Uniti e lottano per riscoprire la propria essenza di europei.
– La cancel culture è un orrore di matrice americana
In molti denunciano la cancel culture ma sono evidentemente dimentichi della sua vera matrice, ovvero americana. Il fatto che la destra americana a questa si opponga non deve trarre in inganno. Si tratta di un fenomeno interno, che, come sempre, vede due schieramenti contrapposti tra loro, ma figli del medesimo sistema. Quando in Italia e in Europa si diffusero le teorie sessantottine, il Fronte della Gioventù, i movimenti di destra extraparlamentari e tutte le realtà identitarie d’Europa continuavano a parlare di terza via, di Europa nazione e di terza posizione, certo non pensarono minimamente di compattarsi con i conservatori americani che si opponevano al progressismo
– Non ci si oppone alla cancel culture rimanendo schierati in una torretta
Proprio come la destra americana, molti in Europa combattono la cultura della cancellazione in ottica esclusivamente reazionaria, ovvero volendo cristallizzare quanto c’era fino a prima che emergesse il fenomeno. L’approccio cui ricorrere non può non essere rivoluzionario e avanguardistico, che è tra l’altro l’unico che può impedire che taluni fenomeni si diffondano sempre più capillarmente in Europa.
– Bisogna smetterla di ragionare da abitanti di una colonia
Strillare “siamo schiavi degli americani” è ridicolo, ancor di più se si ragiona da schiavi. Coloro i quali asseriscono che è fondamentale cercare sponde e alleanze con il mondo dell’alt right americana, dal momento che inesorabilmente ciò che succede lì si ripete necessariamente in Europa e che quindi va salvata la presunta America migliore per salvare l’Europa, hanno già dato per assodato che saranno degli schiavi in aeternum.
Che gli USA possano decadere per fenomeni interni è vero, ma tale probabilità dovrebbe essere vista dagli uomini liberi che hanno voglia di riscattarsi da chi li colonizza da quasi ottant’anni come un fattore positivo, non come una catastrofe.
La domanda, quindi, basilare da cui partire è la seguente: si è europei o occidentali? Se si è veramente europei, non basta essere nati in Europa o essere discendenti di antenati europei. È lo spirito europeo che va recuperato, quello spirito che ha appunto forgiò le stirpi europee.
Se ci si vuole accontentare di difendere un presunto mondo bianco che includa i distruttori dell’Europa, sicuramente si percorrerà la via più semplice, tuttavia non vi può essere in ciò alcuna risorgenza europea, perché a fare la storia sono gli uomini che accettano le ardue imprese.
Ferdinando Viola