ANTIGONE E MEDEA: DUE FIGURE CONTRAPPOSTE

Antigone e Medea sono due figure molto note della mitologia greca. A primo impatto, dettato da una conoscenza rudimentale del mondo classico, si potrebbe pensare che abbiano molti lati in comune, come il fatto che entrambe rappresentano figure femminili che “sfidano” in qualche modo una figura maschile. Tale postulato in verità è assolutamente falso e parte da una bieca strumentalizzazione che una propaganda ben nota ha costruito, allo scopo di esaltare la figura di Medea, recentemente diventato un nuovo obiettivo.

Nel caso di specie smontarla è più semplice del previsto, sufficiente è conoscere approfonditamente la storia mitica di queste due figure, andando oltre il significato letterale e immediatamente percepibile, che pure, in ogni caso, se non vi fosse malafede, non darebbe tanto adito a teorie di comodo. 

Per analizzare accuratamente la questione, occorre partire da un presupposto: il fatto che Antigone e Medea lontanamente richiamino vicende comuni è perfettamente coerente ad una concezione fondativa del mito classico, in base alla quale ad ogni eroe si contrapponeva un anti-eroe, ad ogni modello un anti-modello.

Ciò aveva il fine di fornire degli exempla ai fruitori del mito, affinché questi avessero ben chiari quali modelli seguire e quali tendenze e pulsioni invece combattere, in relazione alla natura del ruolo esercitato nella comunità. 

Ne consegue che Antigone e Medea sono quindi due distinte rappresentazioni di ciò che poteva essere una donna; Antigone rappresentava il sacro, i valori familiari, della divinità e gli autentici principi su cui la patria doveva reggersi, ovvero quelli di ordine superiore, in antitesi a Creonte, il quale pensava di poter sovvertire il culto degli dei a proprio piacimento; Medea, invece, rappresentava la sovversione per antonomasia, dal momento che le sue caratteristiche erano l’irrazionalità più cieca e bieca, gli istinti primordiali e la ferocia. Questa è la conclusione logica, ciononostante vi è chi ha avuto la capacità di mistificare.

Il mondo postcomunista, progressista e di matrice femminista ha operato su due livelli, ovvero ha in parte mutato il senso dell’azione di Antigone e ha poi posto l’accento su una presunta lotta al patriarcato attuata in modo diverso da Antigone e Medea. Il senso dell’azione di Antigone è stato mutato nella misura in cui essa viene descritta come portatrice della legge morale o della legge del cuore. Ebbene, la morale era un concetto assente nel mondo classico, almeno nel senso che oggi taluni gli conferiscono; 

Antigone non obbedisce ad un suo codice morale personale, ad una convenzione artefatta e dogmatica; la sua guida non è l’imperativo morale kantiano, ma, come detto sopra, le leggi della divinità. Il senso profondo del suo agire era guidato dalle forze spirituali. 

Il messaggio profondo che se ne trae è che quindi Antigone non teme di sfidare chi è più forte di lei per ripristinare le vere leggi. Se non fosse così, d’altra parte, la rappresentazione tragica di Sofocle non avrebbe goduto di fama presso gli ateniesi dell’epoca, i quali in quel momento non vedevano certo Antigone come sovvertitrice del patriarcato, ma Creonte, visto che il patriarcato non poteva che essere subordinato al rito e ai valori di ordine superiore e trascendente

Per quanto invece riguarda Medea, la mistificazione sta proprio nel credere che ella combattesse l’uomo. È certamente vero che nella rappresentazione teatrale che ne fece Euripide si misero in evidenza i difetti di Giasone, ma su chi riversa la propria rabbia e il proprio rancore Medea? Su chi le aveva inferto un’ingiustizia o sugli innocenti? Evidentemente la barbarie e l’inciviltà di Medea sono ravvisabili proprio nel fatto che percorre la via più semplice, del disonore e del crimine efferato contro la sua stessa progenie. 

Un fattore che in molti poi omettono è che non è soltanto quando Medea commette un infanticidio che rivela la sua malvagità. Pochi ricordano la vicenda precedente. Per sposarsi con Giasone Medea tradisce la propria famiglia e uccide suo fratello, permettendo agli argonauti di compiere la conquista del vello d’oro; e anche su questo è opportuno non lasciarsi trasportare da interpretazioni letterarie e di facciata. 

C’è chi potrebbe addurre che Medea si innamora follemente di Giasone perché vittima di un marchingegno della dea Afrodite, che la induce nell’amore più cieco, per permettere agli argonauti di portare a termine la loro missione. In fondo non è dipeso da lei, si potrebbe pensare. In realtà, come ben ci spiega Evola, il concetto di paganesimo che avevano le antiche civiltà nelle fasi solari , cui è correlato il mito, era ben diverso da quello che oggi i moderni gli attribuiscono, tipico delle fasi di degenerescenza del mondo classico. Le divinità rappresentavano delle forze sovrumane che si incarnavano in un certo spirito sulla base delle sue caratteristiche. Per tale motivo un essere umano dallo scarso valore era animato da uno spirito sovversivo, che scientemente cedeva agli istinti peggiori. Medea era perciò animata intrinsecamente dalla sovversione e non per caso Afrodite si impossessa di lei.

Purtroppo l’idea che l’emarginato e il misero d’animo siano vittime senza colpa dell’oppressore nella mistificazione della storia trova la sua forza estrema, in base alla quale tutti i movimenti politici portanti avanti visioni deformate e telluriche si fanno insidiosamente strada nei settori della società. 

Lo scopo di tale disamina era quello di ristabilire la verità delle cose per avere gli strumenti idonei a non farsi minimamente risucchiare nel vortice della propaganda progressista. Oltre a ciò vi è anche il proposito di fornire un ulteriore monito. La sovversione si avvicina sempre di più alla fase della contro-spiritualita’. Non è più il solo materialismo la sua direttrice ma anche la totale inversione dei modelli aulici e solari. L’infanticidio operato dalla donna rientra nello schema, visto che i più devono abituarsi a vederlo come banale e giustificabile. 

Un quadro del genere può apparire irreparabile, ma, in verità, se si arriva a sostenere queste tesi quando la maggior parte delle persone ancora non ha perduto il senno, si ha la possibilità di invertire la tendenza e di mostrare quali sono i veri valori; perciò chi possiede le doti per incidere sui fenomeni non si lasci minimamente affascinare dal modus operandi reazionario e di semplice sdegno, ma inizi a preparare le vere basi dell’alternativa culturale e spirituale.

Ferdinando Viola

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