CONFINI ASSEDIATI, SERVE UNA SVOLTA EUROPEA

L’Italia e l’Europa si trovano di fronte a sfide sempre più pressanti legate all’immigrazione clandestina e al controllo dei propri confini. Proprio in questi giorni le nostre coste stanno vivendo una vera e propria invasione record, organizzata capillarmente dai trafficanti di esseri umani. 

Il governo italiano, al momento, nonostante le promesse elettorali, ha scelto inspiegabilmente di non contrastare scafisti e ONG. L’Unione Europea, invece, si sta dimostrando ancora una volta una grande struttura burocratica più che politica. Cabine di regia, incontri e consigli europei, per poi arrivare sempre al solito tira e molla tra gli Stati membri in cui ognuno cerca di tirare acqua al proprio mulino. 

Sul tavolo delle trattative, due proposte: il famigerato “Piano Mattei” voluto dal premier Meloni, che vorrebbe trovare accordi con i paesi del nord Africa, è probabilmente una buona proposta per arrivare a una soluzione strutturale del problema. Ma è una strada molto in salita e richiederà tempo. L’altra proposta invocata da alcuni in Europa, sono i ricollocamenti. Una soluzione che non andrebbe presa nemmeno in considerazione, in quanto se ne parla da anni ma all’atto pratico ci ritroviamo sempre con nazioni che a parole si dimostrano solidali, per poi chiudere i propri confini non appena gli si propone di accogliere anche solo una decina di immigrati. Una redistribuzione che comunque, anche dove possibile, non limiterebbe gli ingressi in Europa, ma sposterebbe solo il problema da una nazione all’altra. 

È chiaro a questo punto che, per affrontare questa situazione in modo efficace, è fondamentale che non siano più gli Stati membri a gestire indipendentemente i propri confini, ostacolandosi l’uno con l’altro, ma considerare l’implementazione di una difesa europea dei confini europei. Questa proposta, basata su una cooperazione più stretta tra gli Stati membri dell’Unione Europea, mira a proteggere con ogni mezzo i confini esterni dell’UE in modo più efficiente, e bloccare a monte l’immigrazione clandestina. Condividere risorse economiche ma anche attrezzature, personale e intelligence, garantendo una risposta coordinata anche in contrasto alle politiche imperialiste di chi, agendo in Africa, vuole mettere in difficoltà il vecchio continente. 

Tutto ciò è assolutamente possibile e praticabile anche nell’immediato, se consideriamo l’assoluta fermezza degli Stati membri di rifiutare nel proprio territorio nuovi clandestini. Serve solo volontà politica di pensare da potenza europea. 

Pierpaolo Cicciarella

Un commento

  1. Questo deve essere un passo successivo a quello di rendere sovrano il parlamento europeo, altrimenti rischiamo di mettere l’esercito nelle mani di non si sa chi, qualche commissione che non si sa bene a chi faccia riferimento. Insomma si rischia di dare un ulteriore strumento a quelle forze che più di unire mirano a dividere l’unione europea

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