Negli anni ’20, l’architetto tedesco Herman Sorgel, pianifica uno dei progetti più avveneristici che il mondo abbia mai visto: il progetto denominato Atlantropa.
L’idea di Sorgel era quella di far diventare il Mediterraneo un enorme bacino idrico, chiuso da diverse dighe. Tramite l’evaporazione delle acque ed il dislivello necessario per la creazione di centrali idroelettriche, sarebbero anche emerse delle terre nuove.
Non sono un esperto del settore, ma quando leggo le storie di questi progetti, ne rimango affascinato, indipendentemente dalla loro realizzazione e ciò che mi colpisce è lo spirito di quegli uomini che li idearono. E penso che dovremmo ritrovare anche noi quello spirito, soprattutto nella nostra “area”, un tempo avanguardia, anticipatrice, ma divenuta oggi retrogada e affetta da un luddismo insensato.
Il nostro testo “Europa, Accelerazione, Potenza” è intriso di questo spirito, perché siamo consapevoli che se vogliamo far ritornare la fortezza Europa, padrona del proprio destino invece che mera colonia, dobbiamo spingere sull’accelleratore dell’innovazione tecnologica e puntare ad una reale unificazione europea.
Nell’incipit del libro precedentemente citato, Sorgel scrisse questa frase, tratta dal Faust di Goethe: “Io amo colui che desidera l’impossibile”. Scolpiamola nei nostri cuori, per evitare l’appiattimento dello spirito. Puntiamo alle stelle.
Matteo Cantù