Che gli antifà si agitino per la mostra milanese sul Battaglione Azov, ci sta.
Quello che lascia perplessi è che tale agitazione trovi quantomeno una tacita approvazione da parte di un certo ambientino filorusso…
Certo, si comprende che chi si è riempito la bocca per anni di retorica sull’eroismo, una volta che c’è chi mette in gioco la vita, debba cercare di demolirlo: così può continuare a fingersi guerriero mentre si masturba nella propria inutilità.
È una prassi consolidata, è la quintessenza dell’antifascismo vigliacco che maschera la propria diarrea esistenziale con scuse pseudopolitiche atte soltanto a vestire in qualche modo i vermi.
REDAZIONE KULTURAEUROPA