L’irresistibile tentazione di introdurre nuove leggi e nuove pene davanti alla quotidiana dose di violenza insensata che coinvolge non solo i giovani, si badi bene, ma appartenenti a varie generazioni e di ogni condizione sociale e che ormai fa parte del quotidiano bollettino degli orrori, appare solo motivata dell’impotenza della politica di fronte a tali eventi e da conteggi elettorali.
La sicurezza non si regolamenta per legge, così come appare puerile seminare telecamere e polizia in ogni dove.
Al netto delle solite trite e ritrite letture “sociologiche”, il problema sembra essere riconducibile all’assenza totale di senso che traspare dai comportamenti violenti ai quali si assiste.
Una società che a parole esorcizza e bandisce la violenza – la cosiddetta “discriminazione”, etc. – e che si riempie la bocca di “solidarietà”, “pace” e utopie varie, sembra produrre nei fatti proprio il contrario: violenza insensata, alienazione collettiva e sopraffazione dei più deboli.
La questione ormai è andata troppo in là per risolverla con leggi, leggine e aumenti di pena per i rei, minori o meno.
Gog e Magog sono stati liberati dai recinti e gli istinti animali e primordiali che vengono stimolati sul piano economico e culturale ora trovano la loro piena corrispondenza sul piano sociale.
Non ci si meravigli quindi, né ci si erga a censori moralisti da quattro soldi: si raccoglie solo quello che si è abbondantemente seminato dal dopoguerra, in termini di principi esistenziali e di senso della vita.
Demolito ogni Mito ed ogni Esempio, resta solo il Nulla, nel quale gli zombies non sanno neppure quel che fanno e perché.
REDAZIONE KULTURAEUROPA