GENERARE

Generare, è la parola da dove oggi dobbiamo partire. 

Da secoli lo stato conduce la comunità seguendo l’equilibrio naturale tra uomo e donna. Questo rispetto dell’equilibrio naturale tra uomo e donna ha permesso la riproduzione della comunità e la continuità nel tempo.

L’equilibrio che si andava a creare tra individui della stessa stirpe assumeva per la comunità della Nazione alla quale appartenevano un consolidamento dell’apparato statale: essenziale non era il singolo, ma l’opportunità di generare tramite un connubio di anime maschili e femminili. Questo il fondamento dell’affermarsi dello stato, cioè la sua capacità di nutrire le proprie anime di materia e di coscienza.

L’equilibrio tra l’uomo seminatore, colui che crea il seme vivifico, e la donna, colei che accoglie il frutto del marito accudendolo e dandolo alla luce, sono i pilastri di ogni comunità che in tal modo tiene vivo il focolaio della tradizione famigliare. Lo stato assoggettato agli equilibri naturali faceva di essi dei principi: l’uomo come archètes genèseos (principio della generazione) e la donna come terra, creatrice di ogni essere terrestre, luogo di passaggio e infine di ritorno alle origini.

Il seme che dopo nove mesi di gestazione si trasformava in frutto era il nuovo sostentamento dello stato, l’unità dei due corpi in un corpo unico come esseri perfetti e simmetrici diventava origine di guerrieri, uomini politici, giovani fanciulle, future madri: il pane della Patria.

L’accoppiamento carnale dei corpi diventava l’accoppiamento spirituale tra anime e Nazione edificando così una struttura sociale legata da secoli alle radici naturali.

Il metodo della natura da sempre regola i rapporti tra stato e membro della comunità che quindi richiede ad esso di non essere singolo individuo ma comunione dei corpi; essenziale la figura dell’uomo e della donna come esseri in simbiosi e non come esseri isolati.

In un mondo che a oggi vorrebbe la divisione degli esseri e l’assenza del nido famigliare, dove la donna non è più madre ma animale da carriera e dove l’uomo non è più uomo ma “signorinetta” devirilizzata è giunta l’ora del ritorno alle origini; dove l’epoca moderna vuole distruggere la famiglia è ora di sostenere a gran voce il riaffermarsi delle tradizioni e il mantenimento del focolare che da secoli arde.

Contro un mondo che vuole sottrarre il tempo delle madri con i propri figli per un tornaconto capitalista è giunta l’ora di essere rivoluzione! Diffidate dalle false promesse femministe! Cos’è uomo senza una donna? Cos’è donna senza creare? Cos’è umanità senza famiglia? Diffidate del falso modello di donna invincibile che nega il suo essere e tralascia la sua natura, non siamo create per negare i nostri istinti più primordiali! Contro metodi della conduzione dello stato deviati è oggi l’occasione di tornare ad essere connubio spirituale, di tornare ad essere fondamento dello stato e nutrimento della stirpe.

Ragioniamo su quale fu il nostro passato!

Diffidate uomini di chi vi vuole vedere non più come guerrieri ma come servi del sistema, assoggettati ad un mondo che sempre più vi snatura chiedendovi di colorarvi le unghie o di indossare gonne e tacchi per nascondere un popolo sempre più debole ed incapace! Non per questo siete stati creati, donne e uomini è ora della presa di coscienza!

REDAZIONE KULTURAEUROPA

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