Si è svolto domenica 13 agosto il primo passo delle elezioni generali in Argentina, le PASO (Primarias, Abiertas, Simultáneas y Obligatorias) elezioni primarie aperte, il cui scopo è quello di selezionare, per ogni colazione, i candidati e quindi effettuare una selezione della scena politica.
I candidati e le formazioni politiche, che vogliono partecipare alle elezioni vere e proprie, devono ottenere alle elezioni primarie l’1,5% dei voti. La maggior parte delle formazioni politiche si presentano già con i candidati stabiliti: ciò fa si che le elezioni primarie siano una prova generale delle elezioni, che si terranno il 22 ottobre 2023.
Le principali alleanze elettorali sono 6:
- Unione per la Patria (UxP): rappresenta il governo uscente di Alberto Fernández. Fanno parte dell’alleanza ben 17 partiti nazionali;
- Insieme per il Cambiamento (JxC): rappresenta l’area politica repubblicana, liberale e conservatrice di Mauricio Macri, ed è formata da 7 partiti nazionali;
- La Libertà Avanza (LLA): rappresenta le idee di libertarismo e di anti-politica. Quattro partiti nazionali e numerosi partiti regionali formano l’alleanza;
- Facciamo per il Paese (HxNP): alleanza peronista e socialista di tre partiti, che riafferma il federalismo;
- Fronte di Sinistra e dei Lavoratori – Unità (FIT-U): alleanza di 7 partiti di sinistra;
- Fronte Liberare (“Liber.AR”): un’alleanza di tre piccoli partiti liberali di Buenos Aires.
Si sono presentate anche nove formazioni minori che, andando da sole al voto, hanno sicuramente meno probabilità di ottenere un risultato significativo.
Comunque, nei prossimi articoli e nelle prossime puntate della rubrica Plus Ultra su Radio Kulturaeuropa, approfondiremo il panorama politico argentino e seguiremo le elezioni con dei preziosi contributi direttamente dal paese sudamericano.
Le votazioni, conclusesi alle 18, hanno visto “vincitore” il candidato Javier Milei, della coalizione La Libertà Avanza, con oltre il 30% delle presenze, seguito da Sergio Massa, della coalizione Union por la patria con il 20, in terza posizione troviamo Patricia Bullrich, dello schieramento Juntos por el Cambio, con il 16,7% delle preferenze, superando Horacio Rodriguez Larreta, fermo all’11%.
Un dato interessante è stata l’affluenza, che si è fermata al 69%. Un dato così basso non si era mai registrato, anche perché ricordiamo che in Argentina gli elettori – che hanno dai 18 anni fino ai 70 anni – che non si recano alle urne senza una reale motivazione, devono pagare una multa.
Matteo Cantù