AUTARCHIA 2.0

La guerra in Ucraina e la conseguente problematica legata alle forniture energetiche russe, ha mostrato come la consuetudine di essere dipendenti da paesi extra-europei sia insicura e problematica.

La risposta e la sfida lanciata per il futuro è quella dell’Autarchia Europea, per smettere di dipendere da paesi come Cina, Russia e Stati Uniti d’America. La Commissione europea sembra indirizzarsi in maniera corretta per quanto riguarda le materie prime critiche, ovvero quelle materie come il litio, il cobalto e il nichel che sono utilizzate per produrre batterie, come il gallio usato nei pannelli solari, o il boro grezzo utilizzato nelle tecnologie eoliche e il titanio e il tungsteno nel settore spaziale e in quello della difesa.

La normativa europea sulle materie prime punta essenzialmente al potenziamento delle catene di approvvigionamento nazionali, tramite l’individuazione sul territorio europeo di siti d’estrazione delle materie e al potenziamento dell’economia circolare per quanto riguarda il riciclo delle suddette materie.

Attualmente l’Europa è totalmente dipendente dalla Cina, dalla quale importa il 97% di queste materie.

Delle 34 materie critiche individuate dalla Commissione europea, 16 si trovano in giacimenti presenti sul territorio italiano.

La via è quindi quella di riaprire le miniere per l’estrazione di questi materiali in Italia, ma gli ambientalisti e i vari “comitati del No”, sono già pronti a dare battaglia. Ad esempio, in Liguria, terra di titanio – qui si trova uno dei maggiori giacimenti italiani – un anno fa la sentenza del Tar ha confermato il divieto di effettuare ricerche minerarie nell’area del Parco del Beigua, proprio dopo i ricorsi delle associazioni ambientaliste.

L’Ispra ha mappato 3.016 siti estrattivi In Italia. Il Piemonte – si legge in un rapporto presentato alla Camera – è ricco di cobalto e nichel, la Lombardia di zinco, piombo e argento, mentre vicino a Roma è stata verificata la presenza di litio.

L’Istituto certifica la presenza di Terre Rare «in diverse località italiane, nella fascia tirrenica laziale, nell’arco alpino, in Sardegna. Sono presenti inoltre molti rifiuti estrattivi, che possono rappresentare un potenziale nuovo deposito di risorse critiche e non critiche da riutilizzare In un’ottica circolare».

La linea è tracciata e gli obbiettivi sono chiari, ora spetta a noi evitare di cadere nelle logiche “gretiniste” di chi vorrebbe chiudere completamente le industrie in nome di una “decrescita naturalistica”.

La sfida è rivolta ai paesi che dominano il mercato mondiale: non sono invicibili, si tratta solo di riscoprire la potenza della fortezza Europa. 

Matteo Cantù

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