Sono giorno caldi per il centrodestra italiano ed europeo. Veti, trattative e ultimatum stanno agitando le ultime ore. Al centro delle discussioni ci sono le possibili alleanze tra il Ppe, i conservatori e il gruppo ID formato dalla Lega, il Rassemblement National di Marine Le Pen e i tedeschi di Alternative für Deutschland, giudicati però troppo euroscettici e con dubbie posizioni filorusse sul conflitto in Ucraina.
A porre il veto è stato il forzista Tajani, dichiarando: «Voglio essere molto chiaro, sono anche vicepresidente del Ppe, per noi è impossibile qualsiasi accordo con Afd e con il partito della signora Le Pen. Come si fa a governare l’Europa con chi è contro l’Europa?».
La replica del Carroccio arriva direttamente dal segretario della Lega, Matteo Salvini: «L’unica speranza di cambiare l’Europa è tenere unito tutto quello che è alternativo alla sinistra. Chi si comporta diversamente, fa un favore ai socialisti».
Anche Giorgia Meloni pare non abbia, al momento, nessuna intenzione di allearsi con i partiti sopracitati, segnando un cambio di passo rispetto alle posizioni euroscettiche che anche FdI aveva palesato durante le scorse tornate elettorali. Una maturazione espressa anche nelle ultime uscite internazionali, in cui il Presidente del Consiglio ha spesso discusso di una necessità strategica di sovranità europea. Un tema su cui pare essere in maggiore sintonia con il Presidente francese Macron piuttosto che con la Le Pen.
A questo punto, se è pur vero che servirebbe un’alleanza tra tutti i partiti alternativi alla sinistra, sarebbe anche controproducente se questi partiti remassero contro l’Unione europea, con spinte sovraniste che comporterebbero un tutti contro tutti, in un’anacronistica visione ottocentesca.
Nonostante tutto, le prospettive di una solida maggioranza nel prossimo Parlamento sono reali, insieme alla possibilità di determinare la prossima Commissione.
Manca ancora un anno, la strada è apparentemente lunga, ma una cosa è certa: l’epoca che stiamo vivendo ci pone davanti grandi battaglie sociali, militari ed economiche. L’Europa dei sovranismi sarebbe un’Europa perdente in partenza. Serve una destra europea, identitaria e futurista in grado di attivare i giusti maccanismi per arrivare ad avere una maggiore autonomia nei confronti di USA e Cina. Serve ritrovare quel sentimento di potenza per le sfide di domani, perché quelle di oggi sono state lasciate in mano alla sinistra, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Pierpaolo Cicciarella