Viviamo nell’età “liquida”, o post-democratica, o della post-verità, dove ogni Visione generale del mondo appare lettera morta, o orpello definitivamente superato in nome di un presente
Eterno, dalle tinte nichilistiche, in cui sembrano prevalere le forze della dissoluzione e di un asfissiante, quanto sofistico, e lontano dal sentire tradizionale dei popoli, pensiero unico proprio di oligarchie finanziarie apolidi. Viviamo ancora, da Europei, l’angusta e devastante logica di Yalta, che vede, pur in forme esteriori diverse, il nostro continente stretto fra la morsa di due visioni imperialistiche in apparenza contrapposte, ma di fatto alleate nell’impedire la nascita di un’Europa indipendente, autonoma, sovrana del proprio destino e della propria centralità politica, economica, o, per meglio dire, di Civiltà. Oriente ed Occidente, infatti, sono accomunati da una concezione materialistica del reale, così come dalla visione antropologica di un essere umano ridotto allo stato di individuo atomizzato, semplice consumatore e fruitore di servizi, privato di ogni forma interiore consapevole, di ogni appartenenza identitaria. Un essere umano che crede di poter esercitare la propria libera volontà senza vincoli né divieti, inconsapevole di essere una semplice rotella insignificante di un meccanismo imposto e incontrollabile.
Urge, dunque, la necessità di una presa di consapevolezza critica dello status quo, ma, soprattutto, la ricerca di una via d’uscita dalla attuale condizione di stallo oggettivo ed esistenziale.
In questa prospettiva di superamento, di oltrepassamento, ma nel nome di una dimensione mitica, verticale e spirituale si è svolta lo scorso 24 giugno a Modena, la Conferenza Avalon- Riprendiamoci l’Europa, organizzata dal Centro Studi Kulturaeuropa, in collaborazione con lo Spazio identitario Areté che ha ospitato l’incontro.
È stata una giornata molto ricca di analisi, spunti di riflessione, dibattiti su temi di primaria importanza, articolata in due tavole rotonde. La prima, coordinata da Carlomanno Adinolfi, su “Accelerazione e postdemocrazia”, alla presenza di Marco Scatarzi, Vittorio de Pedys e Giuseppe Scalici. L’altra, sulla “Questione sociale in Europa” condotta da Ettore Rivabella, con la partecipazione di Gian Piero Joime, Sergio Filacchioni, Marco Massarini, Gianluca Passera.
Giustamente, in apertura, Giancarlo Ferrara, coordinatore del Centro Studi, ha fatto riferimento alla ineluttabilità di una Rivoluzione europea, nel senso letterale del termine: un ritorno alle origini, in grado di superare le negatività del presente. Ed è proprio questo il punto fondamentale: una rivoluzione autentica non è, come vorrebbero varie correnti politiche di stampo democratico, liberale o comunista, la vana rincorsa di fumose utopie, nella illusoria attesa di un’età futura di perfezione e compiutezza. Rivoluzione, in tutti i suoi aspetti e in tutta la sua complessità, è il combattere per quella Visione del Mondo, incentrata sui temi dell’Imperium, del Sacro, della gerarchia organica, retaggio antico dei popoli indoeuropei. Questo non significa l’impossibile restaurazione di situazioni concrete, quanto contingenti, del passato, né, tanto meno, la mera difesa conservatrice di qualche valore del presente. Significa, sulla scorta, e per motivi diversi, di Autori quali F. Nietzsche, J.Evola, E. Jünger, G.Gentile, A.Romualdi, D.Venner, G. Faye e altri ancora, affrontare e superare la contingenza presente con atteggiamento lucido e consapevole, guidato dal Mito, per sua natura luogo della verità originaria che si esprime, prima ancora di utilizzare un discorso “logico”, attraverso archetipi e simboli. Un mito “capacitante”, in grado di guidare ogni avanguardia autenticamente rivoluzionaria.
Proprio all’interno di questo orizzonte i relatori hanno toccato svariati argomenti, di strettissima attualità, con un taglio rigoroso, ma non astrattamente teorico. È stato, tra l’altro, affrontato il tema della crisi della cosiddetta democrazia parlamentare e di altri organismi; dell’Europa da risvegliare secondo il suo spirito tradizionale, in grado di superare il burocraticismo e un certo complesso di subalternità verso poteri forti apolidi, lontani dalla reale vira dei popoli. Giusto spazio ha avuto, nel dibattito, la questione sociale e della partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese, così come il nodo del ruolo dello strumento finanziario, dell’innovazione tecnologica, della tutela del patrimonio territoriale e ambientale, dello sfruttamento intelligente delle risorse energetiche.
I diversi momenti della giornata modenese hanno visto la partecipazione attiva di un pubblico numeroso, qualificato e attento, caratterizzato dalla presenza di molti giovani, e questo lascia ben sperare per un futuro migliore.
Come ovvio, data la sua centralità oggettiva, dal Convegno sono emerse validissime proposte intorno alle politiche giovanili e scolastiche. L’idea portante è di una concezione educativa di ampio respiro, capace di superare le strettoie dell’attuale ordinamento scolastico, in Italia come in Europa. Un’idea volta alla formazione, in primo luogo interiore, dello studente che lo renda in grado, attraverso l’acquisizione di una forma mentis critica, etica e spirituale, di farsi parte attiva del divenire storico e della vita nazionale, in una prospettiva non provinciale o di mera e precaria sopravvivenza.
Avalon-Riprendiamoci l’Europa si pone in linea di continuità con le passate iniziative pubbliche di Kulturaeuropa. In particolar modo continua il discorso su Europa, Accelerazionismo e Potenza già oggetto della Conferenza on-line del 2 giugno 2022, e del Convegno di Roma, tenutosi lo scorso 11 marzo, i cui Atti sono stati recentemente pubblicati per i tipi di Passaggio al Bosco. Non si tratta di un punto di arrivo, ma di un’ulteriore tappa, dal sapore “prometeico”, volta alla riconquista della nostra comune identità profonda. Tutto ci induce a sperare che la nostra Europa sappia ritrovare sé stessa: le potenzialità esistono. Da parte nostra sarà sempre più forte la motivazione a continuare la battaglia per la Civiltà.
Giuseppe Scalici
Ottimo, chiarissimo! Magistrale!