Cos’è la maturità? La ciliegina sulla torta del fallimento dell’istruzione pubblica, la rinuncia di una Nazione a rigenerarsi nei mezzi e negli scopi. Un esame muffo, noioso, che mescola sempre le stesse carte con i soliti quattro autori imposti per procura. Il momento culminante dell’imposizione nozionistica lunga anni: il giudizio su materie aride dato da professori aridi mentre la scuola viene tagliata, distrutta e stuprata sotto gli occhi di tutti. Preferiamo essere immaturi se questa è la vostra prova: senza spigoli, senza spunti, senza agone e polemica. Preferiamo essere colpevoli se la concessione del diploma rappresenta l’assoluzione data a tutti per le vostre colpe, dopo l’interrogatorio finale.
Per un’altra maturità: che possa segnare veramente un momento di passaggio alla comunità civile. Che sia un’esperienza totalizzante che metta in gioco corpo, mente, prospettive diverse; che sia in grado di suscitare il fuoco della curiosità e dell’eresia; che non rappresenti più solo una tappa obbligatoria tra conformismo e precariato ma un momento in cui la gioventù possa esaltare le sue qualità più vitali e metterle alla prova. Essere maturi allora vorrà dire farsi avanti, assumersi responsabilità, mettere la propria conoscenza al servizio di una causa, coniugare sapere ed agire.
Questo il nostro augurio e la nostra speranza per tutti i maturandi di ieri, di oggi e di domani.
Chi ha detto che bisogna essere per forza e per sempre uguali a sé stessi? Chi ha detto che questa è l’unica possibilità?