ODIO, DISFATTISMO E PARANOIA ALLA BASE DELL’EGEMONIA CULTURALE DI SINISTRA

Si è spesso portati a pensare che l’egemonia culturale di sinistra risieda unicamente nella violenza con cui il sistema esclude sistematicamente chiunque possa metterne in pericolo la tenuta. In verità, ciò consiste in una parte minoritaria del processo di egemonizzazione dei gangli principali della società, ideato da Gramsci. Quella maggioritaria si basa su aspetti estremamente più insidiosi e subdoli, primo fra tutti la capacità di influire sulla mentalità delle persone.

Il mondo moderno è purtroppo plasmato dai punti focali della sovversione nelle sue svariate declinazioni e matrici. Ovviamente, non tutto è totalmente perduto. L’ideologia gender, la cancel culture e l’ambientalismo caricaturale restano ancora appannaggio esclusivo di una minoranza. I più, fortunatamente, provano orrore o indifferenza.

Ci si è chiesti, però, come mai in pochi riescano ad avere un atteggiamento rivoluzionario e non di sterile lamentela e antitesi fine a se stessa? Per capirlo è sufficiente comprendere cosa può portare determinate persone ad appoggiare l’ideologia comunista oppure teorie come quella gender, oppure il multiculturalismo, il globalismo, etc.

Alla base di tutto vi sono delle disposizioni d’animo, come la costante ricerca di un capro espiatorio. Nel corso della storia si sono compiute nefandezze, quando si è deciso di addossare su qualcuno scomodo le colpe di un potere degenere. Un caso illustre fu la morte di Socrate. Anito e Meleto lo accusavano di empietà e corruzione dei giovani, mentre in realtà erano loro macchiati dall’onta di tali crimini. E non è evidentemente un caso che la radice della parola φαρμακος, capro espiatorio, sia uguale a quella di φαρμακον, veleno/rimedio. La massa, quando degenera, si libera del proprio veleno compiendo ingiustizie ai danni di chi la spaventa, perché superiore. L’evento della morte di Socrate è dalla nostra civiltà ricordato come una tragedia immane, però, in quanto per molti secoli sani erano i valori che ci guidavano, conseguentemente il nostro spirito sapeva poi riconoscere i momenti di decadenza.

Tornando a quanto scritto sopra, ovvero delle ideologie sovversive del mondo moderno, si constata che il fulcro delle azioni di chi ha propagandato l’ideologia comunista o di chi l’ha resa strumento di oppressione e tirannide è sempre consistito in un capro espiatorio. Che si trattasse della borghesia, che si trattasse dei cattolici, o dei fascisti. In base alla convenienza del potere, si doveva convincere costantemente la gente ad odiare qualcuno e a pensare che una volta eliminato il nemico di turno il mondo sarebbe stato perfetto. L’atteggiamento dei progressisti, i quali altro non sono che marxisti del libero mercato, è perfettamente identico. Una volta eliminato il maschio bianco e la famiglia naturale, si giungerà all’universo perfetto in cui i gay, gli immigrati e tutte le presunte categorie di persone perseguitate vivranno in pace.

Oltre alla tendenza patologica che conduce comunisti e progressisti all’odio, vi sono altre tendenze caratteriali, come il disfattismo: i comunisti bollavano qualsiasi valore sacro a strumento di inganno del potere. In tal modo rendevano gli uomini schiavi, proni esclusivamente agli interessi del ventre, esattamente come fanno i progressisti allo stato attuale. La sovversione si nutre quindi di disfattismo, manie di persecuzione, odio e deresponsabilizzazione.

Sarebbe assolutamente confortante però se tali caratteristiche appartenessero unicamente ai comunisti e ai progressisti. Purtroppo non è così, ed è proprio in ciò che è ravvisabile la loro abilità. Parte della cosiddetta area, infatti, ha assunto in tutto e per tutto le malattie dell’animo cui crede di opporsi. Cosa si riscontra in un’affermazione del genere: “i nazionalisti ucraini sono gli utili idioti degli Stati Uniti, dovrebbero arrendersi ai russi per essere davvero liberi?”. Disfattismo. Soltanto un disfattista infatti rinuncerebbe ad essere parte attiva della storia e del destino della sua patria nutrendosi di complottismo. Tra l’altro, tale frase è così diversa da ciò che affermavano i socialisti italiani nel corso della prima guerra mondiale o da quello che continuano ad affermare i loro eredi ancora oggi, ovvero che quello fu un conflitto infame, dell’odio nazionalistico, utile a fare arricchire le aziende di armamenti? Fortunatamente, sua Eccellenza non ragionava da disfattista, altrimenti mai sarebbe nato il fascismo.

Gli esempi potrebbero continuare all’infinito. Non è tipico di chi non ambisce a nulla che non sia la disponibilità di un comodo capro espiatorio l’immaginare che tutte le problematiche che affronta dipendano sempre da qualcun altro, palese od occulto che sia? Il voler guadagnare autonomia dagli USA è un obiettivo nobile, che qualunque europeo degno di questo nome dovrebbe perseguire, ma non può minimamente essere compatibile con la teoria del male assoluto, secondo la quale, qualsiasi nazione nemica degli Stati Uniti – e non è il caso della Russia, tanto per chiarire – sia automaticamente la salvatrice dell’Europa, dato che a quel punto nemmeno si saprebbe più perché ci si vuole liberare dal predominio americano. È molto comodo, poi, sempre a proposito di capri espiatori, attribuire all’UE qualsiasi disagio economico dell’Italia, assolvendo così dalle proprie gravi responsabilità l’intera classe politica dal dopoguerra ai giorni nostri. Il sistema antifascista non saprebbe chiedere di meglio, effettivamente.

Fatta questa disamina, qualcuno potrebbe obiettare che l’importante sono i fini che ci si propone e che assumere la forma mentis del nemico per un fine differente non solo non costituisce una minaccia, ma è addirittura auspicabile. In realtà, i fini di certi soggetti non sono differenti da quelli che vorrebbero osteggiare e, se anche lo fossero, non sono assolutamente nobili, bensì l’esatto opposto.

Volere un’Europa strangolata tra Russia e USA potrebbe mai essere lo scopo dell’azione politica e culturale di un vero camerata? Un vero camerata potrebbe mai fantasticare sul ritorno dell’Italia della prima repubblica? Pleonastico aggiungere altro. Se si riportasse alla memoria un elementare concetto di fisica, quello secondo cui ogni azione genera una reazione si scoprirebbe che dal patologico non può sorgere nulla di buono. Questa è la ragione per la quale chi è disfattista, paranoico e propenso all’odio cieco è il perfetto utile idiota del sistema che invece chi ha mantenuto la schiena dritta e non ha cessato di ispirarsi a quegli uomini e a quelle idee, che furono la reale contrapposizione alla sovversione, non si stancherà mai di combattere.

 È probabilmente molto più semplice cianciare di Europa cattiva, Garibaldi assassino o addirittura di Mussolini troppo dedito a compromessi, ma è risaputo che chi scappa dalla fatica e dal coraggio di virile ed eroico non ha nulla e degnamente cadrà nel dimenticatoio. A guidare le sorti sono pochi rivoluzionari.

Ferdinando Viola

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