IL SALONE DELL ILLUSIONE

Come ogni anno, il Salone del libro di Torino ci regala una prospettiva sociologicamente interessante del delirio di cui la “gauche caviar” nostrana è affetta.

Il Ministro della Famiglia Eugenia Roccella, è stata contestata dalle femministe di “Non una di meno” e da “Extiction Rebellion” al grido di “sul mio corpo decido io” e “fuori lo Stato dalle mie mutande”, in riferimento al diritto all’aborto. Appena ha iniziato a parlare del suo libro “Una famiglia radicale”, gli attivisti hanno dato il via alle proteste fino a quando Roccella ha chiesto un confronto pubblico, invitando chi protestava a spiegare le proprie ragioni. Una portavoce è quindi salita sul palco per leggere un comunicato. “Lottate contro l’utero in affitto insieme a noi – ha replicato la ministra rivolta ai ragazzi – contro la mercificazione del corpo delle donne, lottate contro un mercato razzista dove i figli delle donne nere costano meno di quelle bianche”.

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, si è espressa duramente, e in una nota definisce “inaccettabile e fuori da ogni logica democratica” la contestazione. “Altrettanto inaccettabile – prosegue la Premier – è l’operazione dei soliti noti di capovolgere i fatti, distorcendo la realtà e giustificando il tentativo di impedire a un Ministro della Repubblica di esprimere le proprie opinioni. Come al solito chi pretende di darci lezioni di democrazia non ne conosce le regole basilari”. Di diverso avviso la leader del Pd Elly Schlein, che parlando a “In Onda” ribatte: “In una democrazia si deve mettere in conto che ci sia il dissenso, sta nelle cose non riguarda mica solo chi sta al potere. Noi siamo per il confronto duro, acceso ma è surreale il problema che ha questo governo con ogni forma di dissenso. Non so – ha aggiunto – come si chiama la forma di un governo che attacca le opposizioni e gli intellettuali ma quantomeno mi sembra autoritaria”.

Questo è il fantasmagorico mondo della sinistra italiana, che definisce la libera scelta di cambiare network da parte del duo Fazio e Littizzetto, con un aumento economico per loro, censura. Impedire a politici come il ministro Roccella, libertà di contestazione, mentre chi critica Saviano per l’aver detto “bastarda” al Presidente del Consiglio, è un pericoloso censore. Difendono l’utero in affitto, ma sono contro lo sfruttamento, non capendo che nel sistema capitalista una pratica come quella andrà a discapito delle persone dei paesi poveri. Difficilmente vedremo una donna dell’alta borghesia dei paesi occidentali portare avanti la gravidanza per una donna del Burkina Faso. Il tutto, accusando di fascismo qualunque persona a loro sgradita: dalla Meloni a Porro, da Lollobrigida a Capezzone. Ma c’è da capirli, perché non hanno mai letto un testo di Gentile o di Giani. 

Questo dovrebbe far capire ad una certa area politica che dopo una vita è riuscita ad arrivare al governo, come sia necessario scardinare l’egemonia culturale della sinistra, se vuole realmente cambiare qualcosa in questo Paese. Noi continueremo la nostra battaglia culturale, sia fuori che dentro la nostra area politica, per cercare di tagliare (come dice la famosa canzone di Sfs) quel filo spinato che è rivolto in fuori.

Matteo Cantù 

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