Ha suscitato molto scalpore l’intervista di Vogue al segretario del Partito Democratico Elly Schlein.
Leggendola, nessuno di noi si è meravigliato nel leggere una supercazzola inclusiva, o per meglio dire una bulimia ideologica, tipica della sinistra italiana, che millanta di difendere i diritti delle parti più diverse non vedendo le contraddizioni intrinseche a questo processo.
Voler aumentare gli sbarchi degli immigrati e difendere allo stesso tempo i diritti dei lavoratori italiani, ad esempio, è impossibile: non perché il problema è l’immigrato in quanto tale, ma perché solo uno stupido non comprende che l’ingresso massiccio di immigrazione da paesi del terzo mondo si sostanzia in una manodopera che spinge al ribasso i diritti e salari dei lavoratori autoctoni, portando beneficio solamente a quegli imprenditori che non vedono l’ora di sfruttare i salariati.
Allo stesso modo, la difesa dei diritti lgbt e la contemporanea difesa dei centri culturali islamici, è una palese contraddizione, visto che l’Islam non è affatto una religione “gay-friendly” e che la maggior parte di questi centri sono finanziati da paesi arabi che, nonostante qualcuno li definisca come “luoghi del nuovo rinascimento”, prevedono sovente la pena di morte per gli omosessuali.
Purtroppo, l’analisi di vari politici e opinionisti che ha fatto seguito da “destra” a questa intervista è errata, perché ci si immagina di vedere in questo vuoto ideologico – e nella sostanziale distanza della sinistra da quel che rimane della classe operaia – una premessa affinché il centrodestra possa governare a lungo e con serenità.
Già al tempo della vittoria interna della neo segretaria del Pd, sulle frequenze di Radio Kulturaeuropa abbiamo invece avuto modo di ascoltare il parere di Carlomanno Adinolfi e Adriano Scianca, che con una ottima analisi controcorrente, andavano a spegnere gli entusiasmi di chi già festeggiava il “de profundis” di una sinistra uscita sconfitta dalle elezioni, segnalando come Elly Schlein sia vicina ad ambienti internazionali che possono sicuramente influire, anche perché la succitata classe operaia non sposta più gli equilibri elettorali, mentre sono i mass-media che influenzano il voto in una società fatta da individui depensanti e dipendenti dalla narrazzione mainstream. Inoltre, molti individui sono più affascinati dal linguaggio “aulico” alla Nichi Vendola, che non dice nulla ma sembra che dica tutto, piuttosto che da quello alla Salvini ,che twitta di tutto come una casalinga disperata, dal gattino alla merenda, dalla partita di calcio al “buongiornissimo caffè”.
Insomma, di sicuro il Pd, difficilmente perderà la sua vocazione da “partito della Ztl”, ma chi sottovaluta il fenomeno Schlein commette un errore.
Come disse il famoso generale e filosofo cinese Sun Tzu: “È suadente sottovalutare un nemico, ma è anche spesso fatale.”
Matteo Cantù