“…Nulla può tanto danneggiare la democrazia e contribuire al suo esaurimento quanto accettarla come discorso retorico, non guardare alla sostanza che sta dietro alla sua forma, compiacersi del dato […] che mai come ora vi sono nel mondo tanti Stati che portano e si danno il nome di democratici.
Se dunque i regimi che continuiamo a chiamare democratici in effetti non lo sono, quale definizione conviene loro più propriamente? […]
Chi può oggi credere che abbia ancora un senso parlare di «sovranità popolare» quando il ruolo del cittadino è ridotto ovunque a quello di un consumatore della politica che ha quale unica possibilità di cambiare fornitore? […]
Stando ai processi che effettivamente presiedono alla loro formazione, sembrerebbe più proprio definire i governi dei sistemi oggi chiamati «liberaldemocratici» più propriamente «governi a legittimazione popolare passiva.»“
Massimo L. Salvadori – “Democrazie senza democrazia” – cap. XIV, I «governi a legittimazione popolare passiva», pag. 84-86)