JUICE ha da poco iniziato il suo viaggio lungo otto anni. Stiamo parlando di “Ariane 5”, il razzo dell’Agenzia Spaziale Europea, partito dalla base di Kourou (nello stato della Guyana francese) e che percorrerà circa 750 milioni di chilometri, seguendo una traiettoria che la porterà a ripassare due volte vicino alla Terra (nell’agosto 2024 e nel gennaio 2029) e una volta vicino a Venere (agosto 2025) per sfruttare la forza di gravità dei pianeti e ottenere una maggiore spinta verso Giove e le sue lune ghiacciate.
«La sonda ha un peso di sei tonnellate e il razzo non ha forza sufficiente per mandarla direttamente a Giove», spiega infatti Enrico Suetta, responsabile di Leonardo, l’azienda italiana che ha realizzato diversi degli strumenti della missione, «e sfruttare la gravità dei pianeti consente di scambiare energia e rendere l’orbita sempre più “larga” sino a intersecare quella di Giove».
L’Italia ha svolto un ruolo non indifferente per il buon esito della missione, fornendo un terzo degli strumenti a bordo, con i più grandi pannelli solari mai prodotti per una missione spaziale, sotto la guida dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e con la partecipazione dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), numerose università e importanti aziende come Leonardo e Thales Alenia Space.
Il principale obiettivo scientifico di JUICE è la luna di Giove, Ganimede, la più grande luna del Sistema Solare, e se tutto andrà bene, la sonda entrerà in orbita direttamente attorno a Ganimede 3 anni dopo il suo arrivo su Giove. In tal modo, JUICE diventerà il primo veicolo spaziale della storia a orbitare attorno a una luna diversa da quella terrestre. Le lune di Giove, infatti, sono particolarmente interessanti per gli scienziati perché tutto fa pensare che sotto una spessa calotta possiedano degli oceani di acqua liquida, forse adatti a ospitare la vita.
Pierpaolo Cicciarella