L’EUROPA S’È DESTRA?

In tutto il Continente stiamo assistendo a una affermazione dei partiti di destra, per ultima la vittoria in Finlandia guidata dal conservatore Petteri Orpo sulla governatrice socialdemocratica uscente Sanna Marin. Un cambiamento che non riguarda solo le sorti del paese scandinavo, ma che registra l’ennesima dimostrazione sul buon stato di salute che i partiti conservatori vivono nell’intera Europa.

Dopo la Svezia, quindi, un altro paese del Nord, che notoriamente viene considerato come parte dei cosiddetti “frugali”, vira a destra, dimostrando come la sinistra non sia in crisi solo in Italia o in Spagna ma anche nel nord Europa. Questo aumenta sicuramente le preoccupazioni di socialisti e liberali, in vista dell’importante impegno elettorale delle europee del 2024, in cui i sovranisti potrebbero ottenere una maggioranza netta e cambiare gli equilibri a Bruxelles.

In questa direzione si muove anche il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: «È possibile un accordo tra Ppe e Conservatori e stiamo lavorando per farlo diventare realtà. Sarebbe un grande passo in avanti per l’intera Europa e per l’Italia. Abbiamo la possibilità di cambiare l’assetto del Parlamento e della Commissione europea. E così molti ostacoli cadranno», ha dichiarato il Premier durante la chiusura della campagna elettorale in Friuli Venezia Giulia.

In questo quadro vanno aggiunte anche le avanzate in Francia, con Marine Le Pen che guadagna terreno sul contestato Macron. In Germania e Spagna con l’AfD e Vox in crescita nei sondaggi. In Olanda con l’exploit del “Partito dei Contadini” insofferenti alle politiche ultra ecologiste di Bruxelles.

L’avanzata dei sovranisti in Europa sembrerebbe quindi in grado di ribaltare la “maggioranza Ursula”(popolari, socialdemocratici, liberali) che sta reggendo l’Unione.

Se tutto ciò si realizzasse, la domanda nascerebbe spontanea: sarebbe l’inizio di un “sovranismo” nazionale europeo, capace di amalgamare interessi nazionali e continentali, oppure la sua fine con spinte nazionaliste in ordine sparso che indebolirebbero ancora di più il percorso di un’Europa Potenza?

Pierpaolo Cicciarella

Un commento

  1. Il dubbio è lecito.
    E del resto è scontato pensare male.
    Dal momento che, a meno che non mi smentisca, nessuna delle suddette “forze sovraniste” citate ha mai espresso la volontà di muoversi verso un sovranismo nazionale europeo .
    Al contrario.
    Meglio a questo punto, come del resto i fatti e le parole hanno evidenziato, mantenere un Macron all’Eliseo.
    E forze che non si definiscono sovraniste.
    Che, a mio parere, lo sono solo a parole.
    Ma di fatto lavorano molto spesso per il nemico e vanno nella direzione opposta a quella di un Europa potenza.

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