Manfred Albrecht von Richthofen, “l’Asso degli Assi”.
Gli sono state ufficialmente accreditate 80 vittorie aeree, prima di essere abbattuto nella primavera del 1918.
Eroe germanico, fu uno dei maggiori attori della Prima Guerra Mondiale, con l’attributo “der Rote Baron”, il Barone Rosso. Per i francesi era “le Diable rouge” e per gli inglesi “the Red Baron”.
Nacque nel maggio 1892 a Breslavia, capitale della regione della Slesia, nell’Impero Tedesco (oggi in Polonia). Era il secondo figlio della nobildonna Kunigunde von Schickfus und Neurdoff e del barone Rittmeister Albrecht Philip Karl Julius von Richtofen, ufficiale di fanteria arruolato nel Leib-Kürassier-Regiment di base a Breslavia, dove nacque anche il fratello di Manfred, Lothar von Richthofen, che a sua volta sarebbe divenuto aviatore.
Ancora bambino, Manfred si trasferì con la famiglia a Schweidnitz.
In gioventù praticò spesso e con entusiasmo caccia ed equitazione, seguendo le orme del padre (soldato che faceva parte della cavalleria imperiale). Completò l’addestramento alla scuola per cadetti di Wahlstatt, e in seguito fu addestrato nella Reale Accademia militare prussiana a Groß-Lichterfelde, dalla quale uscì nella primavera del 1911. Assegnato come alfiere al 1º Reggimento Ulani “Imperatore Alessandro III” a Ostrovo, nei pressi della frontiera russa, nel 1912 fu nominato sottotenente.
Devoto al Kaiser Guglielmo II, si distinse già all’inizio della prima guerra mondiale sul fronte orientale. Nell’estate del 1914 passò la frontiera russa col suo reggimento. In Lussemburgo, in Belgio, sempre col 1° Ulani, combatté contro i Francesi a Verdun, dove passò mesi in trincea.
Ottenne la Croce di Ferro nell’autunno 1914.
Nella primavera del 1915 fu accolta la sua domanda d’entrare nella Luftstreitkräfte, l’aviazione tedesca: superato l’addestramento a Großenhain, ai primi di giugno venne destinato al 7º Reparto Complementi dell’aviazione di Colonia per un corso osservatori. Nei mesi di giugno, luglio e agosto del 1915 tornò al fronte orientale e operò come osservatore aereo durante l’avanzata di Mackensen da Gorlice a Brest-Litovsk. Il 21 agosto, in seguito a un nuovo improvviso trasferimento, tornò sul fronte occidentale a Ostenda.
Il suo primo duello aereo sirealizzò il 1º settembre 1915 contro un apparecchio inglese, e rientrò senza troppi danni e senza alcun successo.
Segnò la sua prima vittoria nel corso della battaglia della Champagne abbattendo un Farman biposto, che però precipitò dieci chilometri oltre le linee, in territorio alleato, e non gli fu accreditato.
Il 1º ottobre 1915, durante un viaggio in treno mentre si stava recando alla Brieftauben Abteilung di Metz (BAM), Manfred conobbe il miglior pilota da caccia tedesco dell’epoca, Oswald Boelcke, che contribuì non poco alla creazione del suo mito. Nel novembre 1915 Richthofen andò a Berlino per sostenere gli esami da pilota a Döberitz. Il 25 dicembre 1915 superò il terzo esame e nel marzo del 1916 fu assegnato al 2º Stormo da combattimento, in quel periodo a Verdun.
Ebbe la sua prima vittoria da pilota da caccia abbattendo un Nieuport sul forte di Douamont il 26 aprile 1916, ma anche stavolta l’aereo cadde entro le linee francesi, così non gli fu accreditato. Nel giugno del 1916 venne trasferito in Russia con tutto il suo reparto, e operò prevalentemente come bombardiere dalla base di Kowel. In agosto Boelcke arrivò a Kowel per visitare il fratello e cercare piloti per lo stormo da caccia che gli era stato ordinato di organizzare e portare in combattimento sulla Somme, così chiese personalmente a Richthofen se volesse farne parte[18]. Questi accettò, e il 17 settembre 1916, nei pressi di Cambrai, costrinse un aereo inglese all’atterraggio nei pressi di un campo volo tedesco: fu la sua prima vittoria ufficialmente accreditata.
Al termine del 1916, in occasione della sua sedicesima vittoria, fu decorato con il Pour le Mérite, il più prestigioso premio militare tedesco della prima guerra mondiale, una croce smaltata di blu chiamata anche “Blauer Max” e gli fu affidato il comando della Jasta 11 (abbreviativo di Jagdstaffel, squadriglia da caccia), che in seguito sarebbe diventata nota come il Circo Volante in virtù dei vivaci colori che decoravano gli apparecchi, ma anche per l’abilità dei piloti, scelti attentamente da Richtofen. Tra di essi c’erano il fratello di Manfred, Lothar, e il cugino Wolfram. Tra i componenti della squadriglia spiccava il nome, divenuto poi famoso, di Hermann Göring, futuro capo della Luftwaffe e massimo gerarca nazista.
L’appellativo di Barone Rosso gli venne appunto dal fatto che molti degli aerei da lui pilotati, a partire dall’Albatros D.III, erano completamente dipinti di rosso.
Nell’incipit dell’estate del 1917 era al comando di un nuovo reparto, il Primo stormo da caccia. Questo Jagdgeschwader doveva essere un’unità autosufficiente, con lo scopo di ottenere la superiorità aerea in settori decisivi, per contrastare le sempre più consistenti formazioni del Royal Flying Corps britannico.
Nella primavera 1918 decollò dal campo di Cappy con altri nove piloti, fra cui suo cugino Wolfram von Richthofen, che era alle sue prime missioni di guerra: insieme incrociarono i Sopwith Camel della 209ª squadriglia della Royal Air Force. Il tenente canadese Wilfrid May vide che Wolfram von Richthofen restava, come lui, ai margini del combattimento aereo, e gli andò in caccia mettendosi in coda. Accorgendosi che suo cugino era in pericolo, il Barone Rosso inseguì Wilfrid May, il quale, con la mitragliatrice inceppata, cercava di allontanarsi. Probabilmente a causa della stanchezza fu certamente poco prudente nel sorvolare a bassa quota le linee nemiche. Vedendo il triplano di Manfred von Richthofen in procinto d’attaccare May, il capitano Arthur Roy Brown, pilota canadese, attaccò il Barone Rosso. I tre aerei si ritrovarono a bassa quota sulla terra di nessuno che separava i due fronti. Richthofen desistette dall’inseguimento, e quando fece la virata per rientrare, sorvolò una delle zone più sorvegliate del fronte sulla Somme. Centrato da colpi provenienti dalle trincee, il triplano atterrò intatto in una zona controllata dagli australiani.
Alcuni testimoni oculari raccontarono che von Richthofen era già morto, riverso sulla cloche; altri che sopravvisse ancora alcuni minuti prima di emettere un ultimo sospiro, “Kaputt”, riferito al suo aeroplano.
Un caccia inglese lasciò cadere sul campo-base tedesco di Cappy il seguente messaggio: “Al Corpo D’Aviazione Tedesco”. Il capitano barone Manfred von Richtofen è stato ucciso in battaglia il 21 aprile 1918 e seppellito con tutti gli onori militari”.
Il capitano Brown, ritenuto uno dei probabili abbattitori del Barone Rosso, non rivendicò ufficialmente la vittoria, e recenti ricerche ne attribuiscono l’abbattimento al sergente mitragliere Cedric Popkin, o all’artigliere Robert Buie, oppure al più probabile tra questi, l’artigliere “Snowy” Evans. Tali soldati facevano tutti parte della contraerea australiana della 1st AIF.
Von Richthofen avrebbe compiuto di li a poco il suo ventiseiesimo compleanno. Le sue spoglie furono ospitate nel cimitero del villaggio di Bertangles, vicino ad Amiens. Finita la guerra, nel 1919 furono traslate nel Cimitero Militare Tedesco di Fricourt, sulla Somme.
Il 16 novembre 1925 il feretro del Barone Rosso attraversò il Reno e fu accolto da una folla raccolta a Kehl, gli furono tributati grandi funerali di Stato e fu seppellito insieme ai più grandi eroi tedeschi nell’Invaliden friedhof a Berlino.
Dopo la seconda guerra mondiale, questo cimitero si ritrovò nel settore Est di Berlino, e la famiglia ottenne, nel 1976, la traslazione delle spoglie a Wiesbaden nella cappella di famiglia.
Fabio S. P. Iacono
Rigo 53: [18] Michael Dorflinger, Death Was Their Co-Pilot, Pen and Sword, 2017, p. 58.
Yorkshire, England, UK.