ESTERI E GEOPOLITICA

SULLA QUESTIONE SINO-AMERICANA

Ad un anno ormai trascorso dall’invasione russa dell’Ucraina e dall’ennesima guerra fratricida sul sacro suolo europeo, ci ritroviamo oggi in una situazione che solo in pochi veramente lucidi si aspettavano.

Sorvolando su quanto ormai evidente agli occhi di tutti, ovvero il rafforzamento della Nato e l’isolamento internazionale russo (dati di fatto, checché ne dica la propaganda moscovita e quella filorussa nostrana) confermato dalla “figuraccia” rimediata dal Cremlino a Samarcanda, la situazione più in evoluzione a livello mondiale è senza dubbio quella della contesa nel Pacifico tra Cina e USA, con la prima assurta ormai a vera attrice geopolitica primaria del nostro tempo. Il che, oltre a sottolineare per l’ennesima volta l’insensatezza della strategia russa, rende l’idea della portata degli scontri in atto sullo scenario internazionale.

Se la Cina, che nell’ultimo anno ha a poco a poco quasi “sottomesso” la Russia, è in ogni modo interessata a spodestare gli Usa dal predominio nel Pacifico Occidentale e Meridionale, lo stesso non si può dire di India e Giappone, che ad oggi hanno mantenuto una posizione piuttosto ondivaga in merito.

Certamente India e Giappone (in particolare il secondo che al pari della Germania si sta, lentamente, riarmando) stanno acquisendo sempre più peso, divenendo quindi importanti players di questo scontro di ampia portata. L’India inoltre spinge per la pace in Ucraina, sentendosi minacciata dalla“assorbimento” russo da parte del Dragone.

A testimonianza di come la Cina sia la potenza ad oggi maggiormente favorita dalla guerra e dalla situazione che attualmente si è creata (insieme agli Usa, ndr), c’è proprio la sua recente “proposta di pace”, articolata su dodici punti. Dal canto loro, gli USA, mirano invece ad intensificare i rapporti nel Pacifico proprio con Giappone e India.

E l’Europa?

L’Europa si trova, come al solito, a dover fronteggiare non soltanto minacce esterne, ma anche interne.

Da tenere particolarmente d’occhio, in merito, è la posizione della Polonia, sì fortemente antirussa, ma che rischia (causa “interessato” appoggio inglese) di frenare una Germania attualmente in stallo dal punto di vista politico, industriale e militare, ma pur sempre l’unica nazione europea, insieme alla Francia, a potersi inserire nello scenario del Pacifico.

Il quadro è molto complesso e cangiante, ma di sicuro si possono trarre due conclusioni:

  1. l’Ucraina, principale sacrificata al tavolo dei giochi mondiali, resiste eroicamente e stoicamente;
  2. L’ennesima prova della necessità di accelerare l’unificazione europea, ovvero la ricerca di una politica comune che guardi al bene di tutti gli europei, senza la quale saremmo ridotti alla stregua di Mosca (cosa forse gradita a parecchi criptocomunisti nostrani).

Cristiano Mazzonello

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