Riceviamo, pubblichiamo e aderiamo. La Redazione
Lunedì alle 18 a Piazza Vescovio, Roma, ci raduneremo davanti alla stele di Francesco Cecchin, profanata dall’infamia della canaglia antifa, scatenata dai proclami e dagli allarmismi degli apprendisti stregoni, utili idioti della strategia della tensione.
Vogliamo ribadire con la sobria solennità di un raccolto omaggio floreale il nostro legame sacro e indissolubile con i nostri Caduti, che ci illuminano il cammino, come nostri Lari e, alcuni, addirittura come nostri Penati.
Non accontenteremo i burattinai che si augurano di dare vita a uno scomposto simulacro di sguaiati opposti estremismi. Non lo faremo per rispetto dei nostri Caduti e perché ben consapevoli del tentativo in atto di far saltare la riforma della Giustizia al fine di mantenere intonsi i privilegi e i poteri assoluti dei soviet in Magistratura.
Non partecipermo, quindi, alla tragicommedia che vorrebbero imporci dopo la strumentalizzazione dei fatti di Firenze, dove sei ragazzi di Azione Studentesca che volantinavano tranquillamente vennero aggrediti dagli antifa, ma riuscirono a non farsi sopraffare dal numero.
Violentando la verità, capovolgendo i fatti, gli untori hanno parlato di aggressione fascista, dando il via a tutta la cagnara che è sfociata anche nelle profanazioni.
Mangiafuoco si metta l’animo in pace: non danzeremo come Arlecchino e Pulcinella.
Stile, disciplina, sobrietà per sacralizzare i gesti e gli spazi.