FUTURISMO: LA NASCITA DELL’AVANGUARDIA

Il 20 febbraio del 1909 comparve su “Le Figaro” una delle prime avanguardie europee: stiamo parlando logicamente del Manifesto Futurista. 

Inizialmente pubblicato in vari giornali italiani (la Tavola Rotonda di Napoli, la Gazzetta dell’Emilia di Bologna, la Gazzetta di Mantova e L’Arena di Verona), raggiunse il grande pubblico dopo la pubblicazione sul quotidiano francese, dove Filippo Tommaso Marinetti espose i principi base del movimento.

Nato in Italia in un periodo di grandi fibrillazioni, il Futurismo si pose come chiave di rottura verso gli schemi tradizionali.

Il movimento di Marinetti intendeva idealmente “bruciare i musei e le biblioteche” in modo da non avere più rapporti con il passato per concentrarsi così sul dinamico presente. Il XX secolo fu quindi invaso da un nuovo vento, che portava una nuova realtà: la velocità.

L’ideale espresso nel Manifesto del Futurismo si realizzò con diverse forme e in diversi ambiti. La pittura e la scultura non furono le sole protagoniste di questa rivoluzione, fu coinvolta anche la letteratura: Marinetti presentò “le parole in libertà” cioè degli scritti senza un legame sintattico-grammaticale. 

Non solo. Il futurismo abbracciò anche la musica, il teatro, il cinema e persino la gastronomia, diventando così l’interprete di una vera rivoluzione d’arte “totale”.

Vi consiglio, se ne avete la possibilità, di andare a visitare a Padova la mostra “Futurismo. La nascita dell’avanguardia 1910-1915 “. Allestita nelle sale di Palazzo Zabarella e attiva fino al 26 febbraio, si impone come mostra d’eccezione che indaga in modo assolutamente inedito le origini del movimento. All’interno potrete ammirare le opere degli artisti della prima generazione futurista come Umberto Boccioni, in primis, e poi Carlo Carrà, Luigi Russolo, Antonio Sant’Elia, Giacomo Balla, Gino Severini e anche Julius Evola con la sua “composizione futurista”. 

Un ottimo modo per celebrare e riscoprire lo spirito di un’avanguardia, che non deve rimanere solo un evento da ricordare per poi rimanere legati al passato, ma deve assurgere a fiamma da alimentare per forgiare una nuova “sfida alle stelle”.

«Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!.. Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell’Impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell’assoluto, poiché abbiamo già creata l’eterna velocità onnipresente».

Pierpaolo Cicciarella

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