POLONIA, UNO STATO CHIAVE

Che Paese è la Polonia? Perché è uno Stato di grande peso all’interno dell’Europa?

La Repubblica polacca ha una lunghissima storia e in particolare ha brillato sotto Giovanni III di Sobieski che rese il Regno di Polonia uno degli Stati più potenti e influenti del Vecchio Continente. Poi “magicamente” la Polonia intesa come nazione è svanita nel nulla e per più di un secolo il territorio che è stato calcato e difeso dai famosi Ussari alati è diventato un feudo spartito tra Regno di Prussia, Impero Russo e Impero Austroungarico. Al termine della Prima Guerra Mondiale, lo Stato polacco risorge come Seconda Repubblica per poi tornare a sparire de facto sotto il controllo dell’Unione Sovietica dopo il secondo conflitto mondiale.

Caduto il muro e sparito il giogo russo oggi la Polonia si sta riaffermando sullo scacchiere europeo come uno Stato di grande peso e importanza le cui parole e affermazioni attirano l’attenzione delle istituzioni europee, tanto da destare spesso preoccupazioni in quanto considerato Paese con un governo non liberale e che viola i diritti umani, in particolare gli immancabili diritti LGBTQ+. 

Tuttavia nonostante questa chiusura interna è uno Stato intoccabile in quanto pilastro in Europa della NATO, anzi è nei fatti un’estensione di Washington e Londra nel Vecchio Continente (anche più dell’Italia). Questa situazione crea i soliti cortocircuiti, in quanto viene criticato per questioni morali, ma all’atto pratico nessuno si permette di contestarlo in quanto è una presenza indispensabile. La cosa buffa è che anche in alcuni ambienti della cosiddetta “Area” c’è una forte esaltazione del governo polacco, in quanto spiccatamente conservatore.

A maggior riprova di quanto sopra c’è un Trattato passato relativamente in sordina, o meglio che in Italia e probabilmente nell’Europa Occidentale non è noto ai più: il Trimarium, o patto dei Tre mari. È un accordo tra i Paesi dell’Europa centro-orientale (di fatto l’ex Patto di Visegrad più l’Austria) che mira a creare un cuscinetto tra Russia e Germania, notoriamente i due Paesi più litigiosi nel Vecchio Continente. Va da sé che la NATO non solo vede di buon occhio questo Patto, ma lo sostiene anche in quanto iniziativa europea in chiave antirussa e, per gli USA, anche anticinese. La Polonia è chiaramente tra i membri di questa iniziativa, ma non solo, ne è stata anche tra promotori in quanto il suo interesse geopolitico è massimo. Tanto per dare un valore economico a questo Trimarium, si stima esso valga 2,8 trilioni di euro di PIL unitario.

Ma la Polonia per difendersi dai russi si è letteralmente gettata nelle mani a stelle e strisce diventando un’appendice americana in Europa. Tanto per citare qualche esempio: 1.000 soldati americani a rotazione vanno in Polonia per addestramenti. Inoltre il governo americano nel 2019 chiese di intitolare una postazione militare a Trump, idea poi bocciata. Il governo polacco però non si è arreso e ha proposto di investire € 2.000.000,00 a favore della costituzione di Fort Trump per 4.500 soldati americani che potranno quindi stanziarsi sul territorio polacco.

Quindi, per rispondere alla domanda iniziale e per concludere, la Polonia è un Paese chiave in Europa e che si è messo astutamente nella posizione in cui riesce a dettare una linea. La vocazione atlantista è il suo difetto principale, ma d’altra parte si può dire che al momento non ha altra scelta, perché in Europa al momento non c’è coesione e fermezza. 

La Polonia è dunque uno Stato “chiave” in Europa e nel conflitto attualmente in corso, e la situazione polacca dovrebbe piuttosto essere un grimaldello da sfruttare nell’ottica di un ridimensionamento della presenza americana sul Vecchio Continente e per cambiare le alleanze interne e coinvolgere players che fino ad ora vengono considerati di minor peso. 

Andrea Borelli

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