Gran brutta cosa la vecchiaia. Al di là della decadenza fisica, di cui ti rendi conto perché ti sembrano diventate montagne insormontabili quelle difficoltà che da ragazzo superavi con un salto ed un battito di ali, è la decadenza mentale che fa milioni di vittime .

Tutta colpa di quel tedesco nazista (perchè non bisogna comunque dimenticare che la colpa è sempre e comunque loro) dal nome simile ad uno dei vaccini ( o presunti tali ) anticovid.

Non mi viene più in mente come si chiama: alpfeizer? No, in un raro sprazzo di memoria mi ricordo: Alzheimer.

Mi fanno ridere quanti dicono che, molto spesso, i vecchi si ricordano benissimo quanto hanno fatto da giovani ma non sanno quello hanno mangiato all’ora di pranzo. Ad esempio io sono ancora convinto di aver militato in un partito, il Movimento Sociale Italiano, le cui sezioni erano state aperte dai combattenti reduci della Repubblica Sociale, e che i nostri avversari ci chiamavano come minimo “neofascisti”, e che lo slogan che usavano nei cortei e nelle loro manifestazioni democratiche era: “ Fascisti carogne tornate nelle fogne”.

Ma non deve essere vero , deve essere colpa dell’Alzheimer che mi ha colpito, se poi vedo persone che stavano sedute vicino a me nelle riunioni nazionali della Giovane Italia o del Fuan dire con estrema tranquillità (ma anche con molta faccia tosta) che loro “fascisti” non lo sono mai stati, anzi non vi sono dubbi che sia stato il “male assoluto”, come anticipato da Fini anni addietro.

Pensare che credevo di ricordare il suo discorso di commemorazione a piazza Navona, per le esequie di Pino Romualdi e Giorgio Almirante, nel maggio del 1988. Sono andato a cercare nei miei archivi, l’ho trovato e ve lo ripropongo. 

“Parlare di te, Almirante, e di te Romualdi, è uno schianto. Uno schianto terribile, che ci soffoca il cuore, che ci prende alla gola. Ma è anche un onore che ci inorgoglisce fino alle lacrime. Perchè qui, oggi, commemoriamo due italiani. Due grandi italiani, due italiani puliti, coerenti, coraggiosi, tenaci. Commemoriamo due maestri di vita e di pensiero, due esempi che non possono morire con la morte fisica dei vostri corpi… Voi, Almirante e Romualdi, siete stati gli alfieri di questa Italia che ha incivilito il mondo. Due alfieri di quella idea che non cambia bandiera, che non si vende, che non si rinnega, che non tradisce, che non offende. Vivremo con voi e per voi. No Almirante, no Romualdi, voi non morite… Ci avete insegnato che un popolo senza radici non ha futuro, così come un albero senza radici muore. Vivremo per voi e con voi , ve lo giuriamo con il cuore gonfio di dolore e con l’animo pieno di fierezza per essere stati con voi nelle sconfitte e nelle vittorie. Voi insieme le avete vinte. Noi insieme le vinceremo. No caro Almirante, il testimone non è caduto a terra. E’ in buone mani: in mani giovani, in mani forti, in mani che non cederanno. Lo porteremo avanti, avanti, avanti (forse, senza rendersene conto, sono andati troppo avanti n.d.r.) anche per te, anche con te. Perché tu, Almirante, perché tu, Romualdi, non ci lasciate. Voi restate con noi, alla nostra testa, in piedi. Come sempre siete vissuti. Grazie per quello che ci avete consegnato, grazie per quello che ci avete insegnato. Ciao Pino, ciao Segretario”. 

Chissà se, in quel momento, si ricordava che quel Pino era stato l’ultimo vicesegretario del Partito Fascista Repubblicano e che quel Segretario, non molto tempo prima, al giornalista Giovanni Minoli che lo stava intervistando e pensava di metterlo in imbarazzo, aveva risposto: “Io fascista ce l’ho scritto in fronte”. 

Forse, però, questa è la dimostrazione di quanto sia vera la teoria di Darwin quando afferma che la scimmia discende dall’uomo. No scusate! Deve essere un nuovo attacco di Alzheimer. Darwin diceva che l’uomo discende dalla scimmia, ma io preferisco la mia, mi sembra più realistica e più legata ai fatti avvenuti. 

Ad esempio prendete in considerazione alcune dichiarazioni del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nonché segretario del partito con il maggior numero di elettori, Fratelli d’Italia. Nel suo discorso di insediamento alla Camera ha affermato: “A dispetto di quello che strumentalmente si è sostenuto, non ho mai provato simpatie o vicinanza nei confronti dei regimi antidemocratici. Per nessun regime, fascismo compreso”. 

E, per ribadire il concetto, in una intervista al Corriere della Sera aveva detto testualmente: Nel dna di Fratelli d’Italia non ci sono nostalgie fasciste, razziste, antisemite. Non c’è posto per nulla di tutto questo. Nel nostro dna c’è il rifiuto per ogni regime, passato, presente e futuro… Quella più arrabbiata di tutti sono io. Io che ho sempre detto: nessuno si azzardi a giocare su certe cose, che ho allontanato soggetti ambigui, chiesto ai miei dirigenti la massima severità su ogni rappresentazione folkloristica e imbecille, anche con circolari ad hoc. Perché i nostalgici del fascismo non ci servono: sono solo utili idioti comodi alla sinistra, che li usa per mobilitare il proprio elettorato”. 

In effetti, Giorgia Meloni muove i suoi primi passi nel Msi, prima ancora che diventi Alleanza Nazionale, e le sezioni di riferimento saranno proprio la Garbatella e la Colle Oppio considerata “baluardo di cultura, militanza politica e legalità” . Ed è infatti lì che Giorgia Meloni per anni organizza Atreju, il festival di Azione Giovani, il movimento giovanile di AN. 

Ma guardiamo come a smentire il Presidente del Consiglio in carica sia un articolo scritto da Antonio Pennacchi su Il Fatto Quotidiano poco tempo prima della sua morte. Lo scrittore, con un passato di militanza politica nei Volontari del Msi e poi il passaggio su tutt’altra sponda, a proposito della Colle Oppio dice testualmente: “Solo mattoni sgarrupati sui muri e sulle volte, secchi per la colla, tavole e panche su cui sedersi e manifesti della Fiamma. Niente di più, niente di artistico, solo – al massimo – qualche busto del Duce”. 

Allora i casi sono due: se non ha visto il busto del duce una bella visita da un’oculista non farebbe male perché, e posso testimoniarlo, era proprio nell’ingresso della sezione e chi passava non poteva non ammirarlo; oppure la memoria, eccola là, comincia a fare brutti scherzi e non ci si ricorda più quello che non si vuole ricordare o dava fastidio. 

Del resto c’è un altro esponente di Fratelli d’Italia a cui la memoria comincia a fare cilecca. Ci riferiamo al Presidente del Senato, Ignazio la Russa, che, a proposito del saluto romano fatto da suo fratello (per l’appunto Romano) ai funerali del cognato Alberto Stabilini, in una imbarazzata intervista affermò: “Giorgia Meloni non l’ho sentita al telefono, ci siamo scritti. Anche lei è basita come me. È stato un errore grave, al di là delle giuste giustificazioni». 

Ma come, Ignazio, proprio tu dici queste cose quando solo pochi anni prima, nel 2017, avevi giustamente sbeffeggiato alla Camera la proposta di legge dell’esponente del PD Fiano che prevedeva la pena di due anni per chi compisse gestualità che si potessero riferire al periodo fascista. Se non ricordo male, ma è facile andare a vedere le immagini dei resoconti di quel giorno, il tuo intervento si è concluso con un “perfetto saluto romano”. Cosa è successo da allora se addirittura rinneghi non solo la tua vecchia militanza politica, ma anche e soprattutto tuo fratello? Del resto, era stato sempre lui che nel 2020, in piena pandemia covid, aveva spiritosamente twittato: “Non stringete la mano a nessuno, il contagio è letale. Usate il saluto romano, antivirus e antimicrobi”. 

Si sa, ognuno cambia facilmente idea e lo può fare tranquillamente perché sono soltanto l’etica e la morale, cose ormai superate, che ti dovrebbero consigliare di non esporti in capovolgimenti troppo repentini.

Noi ci limitiamo a dire che, in tempi come questi in cui la tecnologia ti permette in pochi minuti di essere “sputtanato”, il silenzio non fa mai male. 

Ah, l’Alzheimer, l’Alzheimer, quante vittime involontarie.

Pensate che mi sono sognato recentemente di essere nella sede del Fronte della Gioventù in via Sommacampagna a Roma mentre sotto stava sfilando un corteo di compagni di Avanguardia Operaia, Lotta Continua, Potere Operaio che, con il pugno sinistro alzato, (quello però si può fare ancora adesso) e con molte pistole gridavano: “Se vedi un punto nero spara a vista, o è un carabiniere o è un fascista”. Fortunatamente in quel momento mi sono risvegliato di colpo e mi sono ricordato bene, strillavano tutta un’altra cosa: “ se vedi un punto nero prendi il mitragliatore, tanto se lo uccidi o è un prete o un conservatore”.

L’Alzheimer a volte serve. Pensa quanti rischi inutili avremmo corso se non ci fosse venuto in aiuto lui. L’unica cosa che non riesco a togliermi dalla testa è quando, dopo i fatti di Salerno, quelli continuavano con le scritte : “Tutti i fascisti come Falvella, con un coltello nelle budella”. Eh si , me lo ricordo bene, dicevano proprio“fascista” mica conservatore. 

Roberto Rosseti 

2 commenti

  1. Hai scritto quello che tutti pensiamo, il nostro disgusto, il nostro dolore per i camerati caduti credendoci. Cresce sempre di più la rabbia impotente.

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