ILLECITI ARRICCHIMENTI

Il distacco dei cittadini dalla classe politica nel suo complesso è palpabile e tende a non colmarsi, anzi alcune forze politiche, che si erano definite “anticasta” o “antisistema” hanno avuto comportamenti assolutamente non dissimili dagli altri.

Se i partiti vengono sempre più visti come incapaci di rappresentare correttamente interessi collettivi e generali, anche il Sindacato e tutte le Organizzazioni con valenza politica nel senso più esteso del termine, vivono nel diffuso discredito da parte della popolazione.

Situazione certamente non migliore è quella dei rappresentanti delle Istituzioni Pubbliche a qualsiasi livello essi appartengano. Le cronache sono ricche di episodi che trasversalmente coinvolgono e colpiscono partiti politici, organizzazioni e istituzioni per utilizzo di denaro, compravendite immobiliari, finanziamenti occulti, che possiamo correttamente definire “illeciti arricchimenti”. Questa situazione, caratterizzante uno dei più classici luoghi comuni del “modello” italiano, ma ormai estendibile all’Europa mercantilistica di Maastricht e Bruxelles, è quasi un elemento stereotipato della bassa reputazione della “politica”, vista dai più come “cosa sporca” e quindi da mantenere a debita distanza, onde evitare di essere contaminati, fermo restando poi la altrettanto inveterata abitudine, ove se ne presenti l’occasione, di utilizzare eventuali amicizie e conoscenze per piccoli o grandi piaceri personali, che vengono successivamente pagati con una vita di doverosa deferenza nei confronti del presunto potente compiacente.

Da questo “circolo vizioso”, da questa concezione piccolo borghese della politica, da questa inconfessabile, ma troppo risaputa putrescenza di una grossa parte della nostra classe dirigente dobbiamo tentare di uscire.

Dobbiamo farlo per noi, per i giovani, per il rispetto che abbiamo per la nostra personale onestà morale e della stragrande maggioranza dei cittadini, lavoratori, produttori di questo paese, di questa nazione, di questa patria, così bistrattata da una indegna gestione, che ha caratterizzato ormai troppi decenni.

Dobbiamo farlo con un afflato ed una spinta trasversale che coinvolga, utilizzando un termine obsoleto e non sempre usato correttamente, le forze sane della società. Un’iniziativa che coinvolga gli iscritti di tutti i partiti, i sindacati, le associazioni di tendenza, il mondo della cultura e del lavoro, i centri sociali di qualsiasi appartenenza, tutti quelli che a questo stato di cose possano e vogliano dire finalmente NO!!!. Proponiamo una Petizione Popolare, una legge di Iniziativa Popolare che prendendo spunto da quanto si è fatto nella lotta contro la malavita organizzata e la mafia faccia terra bruciata intorno a chi nella corruzione e nel malcostume ci sguazza.

Dopo anni che i politici, i politicanti e i rappresentanti delle istituzioni ci invitano a fare “sacrifici” noi dobbiamo rispondere con forza, che prima di tutto si deve fare “pulizia”. E dobbiamo considerare chi illecitamente si è arricchito, utilizzando e approfittando della sua posizione nei partiti, nei sindacati, nelle istituzioni, in tutte quelle realtà che utilizzano il denaro della comunità, come elemento pericoloso per la società al pari di un qualsiasi criminale mafioso, avendo con il suo comportamento leso l’immagine dello Stato, distratto somme che dovevano essere utilizzate per scopi ed interessi collettivi, distrutto la residua credibilità degli organismi di rappresentanza a cui partecipavano. Quindi, se nei confronti della mafia appare evidente l’utilità dell’azione di repressione che aggredisce i patrimoni direttamente o indirettamente riconducibili a personaggi collegati o appartenenti ad organizzazioni mafiose, nel caso della classe politica italiana, che attualmente ricopre incarichi nelle istituzioni, nei partiti e nelle organizzazioni sindacali, si proceda ad aprire un’indagine sulle loro condizioni economiche e, se queste non rispettano i canoni con le somme ufficialmente e lecitamente guadagnate, siano subito sequestrati sia i beni immobili che i patrimoni mobiliari, e utilizzati per far fare qualche “sacrificio” in meno agli altri cittadini.

Ovviamente non dobbiamo richiedere una commissione d’indagine parlamentare, sappiamo come finiscono e come i tradizionali “insabbiamenti” sono altro elemento caratterizzante la storia politica italiana, né tanto meno delegare esclusivamente alla magistratura e alla polizia giudiziaria l’azione di indagine, ma obbligare la classe politica italiana ad una estrema trasparenza del proprio patrimonio personale ed effettuare invece una effettiva indagine giudiziaria sulle disponibilità economiche, in Italia e all’estero, delle persone collegate per via parentale, clientelare, affettiva o altro a quanti ricoprono ruoli politici. Un piccolo sacrificio della privacy, che, tra l’altro, nella gestione della pandemia è stata praticamente azzerata, per ridare credibilità ad un mondo che, negli anni, ha raggiunto livelli di corruzione “incredibili” . Un ultima nota: una normativa del genere ha un precedente storico in Italia. Dopo la caduta del Fascismo venne istituita una Commissione che doveva indagare sugli esponenti del passato regime che, in maniera fraudolenta, si fossero arricchiti approfittando della loro posizione nel Partito, i risultati furono di scarsissima rilevanza… il dubbio è sempre stato se intrinsecamente il Fascismo avesse un tasso di corruzione inferiore all’attuale sistema politico, la qual cosa non rappresenta alcun giudizio di merito sullo stesso, oppure se quanti avevano commesso questo tipo di illecito erano tranquillamente passati nel campo opposto !!!

Quindi l’appello è: superiamo gli steccati creati per dividerci e quanti non hanno mai avuto vantaggi illeciti da questa o quella maggioranza, dall’appartenenza a questo o quel partito, da questo o quel sindacato, certamente la stragrande maggioranza di quanti vivono in Italia, si uniscano per richiedere che i “sacrifici” questa volta li facciano loro e davvero!!! Milioni di firme potrebbero sotterrare questo modo di gestire il patrimonio comune e creare nuove forme di rappresentanza dei legittimi interessi generali e collettivi , ridando alla Politica quello spirito di servizio alla collettività, intesa come comunità sociale, che l’egoismo, la personale cupidigia e l’esercizio del potere fine a se stesso ha obnubilato. 

Ettore Rivabella

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