ESISTE UNA CULTURA DI QUESTA DESTRA?

Le recenti dichiarazioni del ministro Gennaro Sangiuliano sulla presunta appartenenza di Dante alla sfera culturale “di destra” hanno innescato il solito stucchevole (non) dibattito all’interno dei salotti poco chic e molto rozzi della creme intellettuale del Paese.

Tralasciando il ridicolo teatrino venutosi a creare sulle tendenze politiche del Sommo Poeta (di certo non paleo-marxiste), è interessante valutare l’aspetto principale della vicenda: ma esiste davvero una “cultura di destra”?

La risposta è ben più articolata di ciò che si potrebbe pensare, dovendo per necessità partire dal riformulare il concetto di “destra”.

Se per destra il ministro intende la solita democraticizzata e conservatrice compagine, la risposta è ovviamente no e bastano la storia ed il più o meno recente passato a dimostrarlo.

Una destra di palazzo “borgatara” ed incapace di riflettere oltre il bordo del piatto di spaghetti all’amatriciana intenta a divorare. E, per inciso, forse è anche meglio che essa si limiti alla pur nobile difesa della cultura gastronomica nazionale, vista la sua non esistenza al di fuori dei paradigmi liberal conservatori anglosassoni.

Al contempo, bisogna riconoscere i meriti di una sinistra che, da Gramsci in poi, ha saputo far breccia sempre più negli organi motori della comunità, ovvero scuole ed università, riuscendo a monopolizzare la creazione ed il tramandamento della cultura stessa.

Null’altro che traduzione in fatti del marxismo culturale.

Per riuscire ad arginare prima e superare in seguito tale egemonia, è necessario lo sviluppo di una concezione unitaria della vita e una visione unitaria del mondo, che siano di natura spirituale, guerriera ed aristocratica allo stesso tempo, in grado di contrapporsi al materialismo umanitarista e progressista.

Caratteristiche culturali estranee alla destra borghese e capital-conservatrice, spesso macchietta anche più finta e comica della sua presunta avversaria, dalla quale si sente il bisogno fisiologico di estraniarsi ed oltrepassare.

Ma d’altronde, Dante fu divulgatore di temi cardine per la nostra visione del mondo, imperiale ed universale. E vaglielo a spiegare ai “sovranisti de noantri”…

Cristiano Mazzonello

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