Il dipartimento statunitense dell’energia ha annunciato martedì 13 dicembre, in una conferenza stampa, che gli scienziati sono stati in grado, per la prima volta nella storia, di produrre una reazione di fusione nucleare che genera più energia di quella necessaria per innescarla. Con la tecnica laser, e non con quella a confinamento magnetico su cui invece ha preferito investire la Ue.
Qualcuno lo ha già definito il “Santo Graal” dell’energia senza emissioni di carbonio che gli scienziati hanno inseguito e sognato sin dagli anni 50, quando si studiò come amplificare la potenza di un ordigno atomico arrivando alla bomba H. Un passo rivoluzionario verso un’energia illimitata, pulita e a basso costo che in un solo colpo potrebbe consentire di ridurre l’inquinamento e frenare il cambiamento climatico.
“Questa svolta dimostra che la necessità di continuare ad investire nella fusione nucleare è forte”, ha sottolineato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. “Abbiamo bisogno di vari approcci per garantire questa energia pulita in futuro, ma questo dimostra che vale la pena intensificare il lavoro e la ricerca”, ha aggiunto.
Certo, ci vorrà tempo per arrivare all’uso commerciale dell’energia da fusione nucleare, 10 anni o forse decenni, come avvisano gli esperti. Ma sicuramente la soluzione non sta nella stagnazione o nel rallentamento energetico voluto dai Greta o dagli psicopatici movimenti ambientalisti che protestano bloccando le auto sul Raccordo anulare a Roma o imbrattando le opere d’arte nei musei in giro per il mondo.
La risposta è sempre avanti, accelerare verso nuovi orizzonti.
Pierpaolo Cicciarella