SPAZIO: L’EUROPA SFIDA USA E CINA

Il Consiglio ministeriale dell’ESA (Agenzia spaziale europea), in seguito al summit tenutosi a Parigi lo scorso novembre, ha raggiunto l’accordo su un bilancio di 17 miliardi di euro per il prossimo triennio. «Questo dà all’Europa i mezzi politici, scientifici e finanziari per rafforzare la sua sovranità spaziale tra Stati Uniti e Cina», ha commentato il ministro delle finanze francese Bruno Le Maire.

Riassumendo i numeri generali dell’intesa, vanno 3,2 miliardi al programma scienza, 2,8 al trasporto spaziale, 2,7 a esplorazione umana e robotica, 2,7 all’osservazione della terra, 1,9 alle telecomunicazioni, 1,6 miliardi alle attività di base, 730 milioni alla sicurezza spaziale, 542 milioni alla tecnologia, 351 milioni ai programmi di navigazione, 118 milioni allo sviluppo delle aziende in scale-up, 237 milioni al programma Prodex. La Germania si conferma il primo contributore con un importo di 3,5 miliardi di euro, seguita dalla Francia (3,2 miliardi) e Italia (3,08 miliardi). Questi tre paesi rappresentano quasi il 60% del bilancio dell’Agenzia (57,9%). L’impegno del nostro Paese è superiore ai tre miliardi di euro sui prossimi cinque anni, con un incremento superiore al 20% rispetto alla precedente ministeriale del 2019. Tale ammontare rappresenta circa il 18,2% del contributo globale dei 22 Stati Membri e assesta il posizionamento dell’Italia al terzo posto rafforzato dopo Germania e Francia.

Il ministro per le Imprese e il made in Italy, Adolfo Urso, ha provato a tracciare una linea piuttosto marcata circa il futuro industriale della Nazione, intervenendo in audizione alla Camera: «La terza via è l’unica possibile, è la nostra via. Realizziamo anche noi quello che stanno facendo gli Stati Uniti, una forte politica industriale europea per essere attori protagonisti della politica industriale globale. Bisogna puntare a fare dell’Europa una grande potenza industriale e produttiva capace di competere con gli Stati Uniti e con tutti i grandi attori globali. Questa intesa è cruciale – continua Urso -, nel contesto della futura strategia spaziale europea, anche alla luce degli effetti causati al settore dal conflitto in Ucraina e per rispondere adeguatamente alla concorrenza americana e alla sfida cinese. Così si costruisce l’autonomia strategica europea su un settore in cui si decidono i futuri equilibri globali»

Giorgio Saccoccia, presidente dell’Asi (Agenzia spaziale italiana), che insieme al ministro Urso ha guidato la rappresentanza italiana, sottolinea, tra l’altro, anche la ripresa del programma di esplorazione marziana, a guida Italia, nominata “ExoMars”. «Dal Governo abbiamo avuto dimostrazione dell’importanza del ruolo assegnato al settore spaziale come motore di crescita, si tratta di un risultato epocale, adesso l’interazione con Francia e Germania è del tutto diversa rispetto a quella di qualche anno fa. L’Italia è molto più coinvolta nei processi decisionali ed è un cambiamento che il nostro Paese deve saper cavalcare», conclude Saccoccia.

Vedremo quindi in azione i lanciatori europei “Ariane”, nome derivante dalla mitologia greca, principessa di Creta, nota soprattutto per la sua relazione con l’eroe ateniese Teseo e per il suo ruolo nel mito del Minotauro. A conferma di ciò che sosteneva il pensatore francese Guillaume Faye riguardo il legame tra la mitologia pagana e la “tecnoscienza di potenza”.

Pierpaolo Cicciarella

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