Il Fronte Atlantico si sta rompendo e non è una boutade, ma un dato di fatto.
Il quotidiano Politico, importante testata americana, ha rivelato che diversi alti dirigenti dell’UE stanno manifestando forti perplessità sugli sviluppi del conflitto, in particolare (in perfetto stile occidentale) con un occhio al portafoglio. Questi dirigenti starebbero lamentando il fatto che il principale beneficiario di questa guerra si trova a quasi 8.000 km da Kiev, ed è Washington. Infatti gli USA, usando come maschera di facciata l’invio imponente di armamenti e sostegno logistico in Ucraina, stanno traendo i principali benefici dal conflitto. Naturalmente benefici di natura economica.
Sono proprio gli americani, infatti, ad essere diventati il fornitore numero uno di gas verso l’Europa, naturalmente però al prezzo voluto dai fornitori e senza il famoso Price Cap che si vorrebbe imporre a Mosca. Anche qui c’è una triste ironia: si pretende dalla Russia (parte attiva e nemico in questo conflitto) di accettare un tetto al prezzo del gas, mentre si accetta senza battere ciglio il prezzo rincarato imposto dall’”alleato” americano.
Pare che, però, il gioco si sia rotto. O meglio, si stia rompendo.
La governance europea sta manifestando un certo disagio di fronte a questo atteggiamento dello Stato transatlantico e questo, chiaramente, non può che portare alla creazione di attriti all’interno dello schieramento occidentale, storicamente saldato proprio intorno agli Stati Uniti. In realtà, non sono una novità queste frizioni e l’atteggiamento prevaricante che l’Europa sta subendo indispettisce proprio gli europei, che si trovano da una parte la guerra “in casa” e dall’altra uno Stato che millanterebbe di volerli aiutare e invece impone loro condizioni fortemente penalizzanti. E proprio questi alti dirigenti europei starebbero dando voce a tale disagio.
Già l’ultima risoluzione NATO ha destato alcune perplessità, quando la Russia è stata dichiarata “stato terrorista”, mentre gli USA pur scatenando guerre a destra e a manca sono sempre stati considerati uno stato pacificatore. Ma sono anche le risposte che la stessa UE riceve che fanno sorgere dubbi: il Consiglio di Sicurezza di Washington ha “cassato” le richieste di chiarimenti da parte europea dicendo semplicemente che l’aumento dei prezzi del gas americano estratto in America è colpa della guerra di Putin.
Non si vergognano nemmeno a dire cose che non stanno in piedi: il prezzo del GNL è alto per scelta del fornitore, in quanto lo stesso GNL prima veniva venduto a prezzi inferiori a India, Pakistan e altri Paesi in Oriente (ora rimasti privi di queste forniture)…
Andrea Borelli