Un’altra questione aperta su cui un’intera corrente di pensiero dovrebbe soffermare la propria attenzione è la questione della rappresentanza politica nell’era della postdemocrazia. Perche’ definiamo questa l’era della postdemocrazia?
Per una semplice ed empirica osservazione dei fatti e dei fenomeni: negli ultimi decenni, l’accelerazione della Tecnica e del Capitale ha messo in crisi i sistemi i rappresentanza dei cd corpi intermedi delle societa’, soprattutto quelle occidentali, dove la rappresentanza delegata ai partiti e/o ai sindacati è in netto calo di consensi , per diversi motivi.
Quello che riteniamo essere il fattore principale è la semplice constatazione che il rappresentato puo’ fare senza tanti preamboli: gli organismi di rappresentanza democratica sono stati svuotati del loro potere di mediazione tra le istanze del Capitale, quindi economiche e tecniche, e non possono piu’ esercitare le loro funzioni di canali di trasmissione delle richieste delle varie frazioni di interesse che compongono la societa’ di oggi.
Venendo meno ogni tipo di voto “ideologico”, se non in una quota sempre piu’ minoritaria, il voto ormai si contraddistingue per una serie di richieste, diverse tra loro ovviamente a seconda degli interessi di ceto e di categoria, che non trovano adeguata rappresentanza nelle sedi istituzionali deputate, per mancanza di un’ effettivo potere in grado di esaudirle in forma contemperata.
Nessun complotto, nessuna superlobby in azione , niente di tutto questo: è un processo che in tutto il mondo sviluppato ha una sua coerenza con l’accelerazione e lo sviluppo delle forze produttive e l’esautorazione della funzione mediatrice esercitata dagli Stati, dai partiti e dai sindacati per tutto il Novecento.
Messo in luce questo aspetto molto importante , è tutto a posto? Il Re è Nudo? Niente affatto: il problema sullo sfondo rimane ed è il seguente : come dare rappresentanza e partecipazione effettiva ad una societa’ di massa avanzata che non sia la riproposizione di modelli storicamente superati?
Partiamo da una considerazione ovvia ma non scontata : la società di massa è elettorale per definizione: gli interessi esigono rappresentanza politica per farsi leggi ad hoc. Naturalmente il problema è quello di bilanciare competenza e rappresentanza, magari come suggeriva Luigi Ferraris con una Camera di eletti e un’altra di nominati sulla base della competenza.
Una questione quella della “competenza” che ci porta anche a riconsiderare il lascito della Camera delle Corporazioni che in quest’ottica avrebbe una sua ritrovata valenza sociale e politica.
Va inoltre considerato un altro aspetto della spinosa questione della rappresentanza delegata : se il sistema demoliberale è in crisi, e di questo nessuno dovrebbe troppo dolersene, non è rinvenibile allo stato nel mondo un “modello” di rappresentanza che eviti la coartazione del consenso e il rischio concreto della compressione, anche violenta ,della Persona da parte di qualsiasi Leviatano.
Gli “innamoramenti”, per fortuna passeggeri, per certi modelli di importazione che traggono origine da ambiti culturali e sociali distanti mille miglia sia dall’odierno fallimento occidentale ma anche, ci si lasci dirlo forte, dai presupposti etici, giuridici e di pensiero di duemila anni di Civilta’ Europea (greco-romano-germanica) non portano su strade auspicabili in questo senso.
Per essere ancora piu’ espliciti, gli “innamoramenti” per le autocrazie , i dittatorelli , i partiti unici ,i clan e le tribu’,tutte degenerazioni tiranniche del medesimo spirito democratico, ricordano molto la destra descritta nel fortunato film di Tognazzi “Vogliamo i colonnelli” , i quali oltre ad che essere ripugnanti sul piano Etico , sono del tutto folkloristici ed innocui per il Potere, proprio perche’ odorano di “caserma” e morte.
Piu’ interessante sarebbe approfondire, secondo noi, il filone del “soggetto politico organizzato” descritto da Machiavelli ma che deve trovare una sua rilettura alla luce dei tempi di oggi, in una forma inedita che va indagata ed approfondita, assieme a quanto elaborato in merito allo Stato Organico di Popolo , per il quale vale lo stesso discorso di fondo.
Il cantiere di ricerca è quindi aperto , i materiali dai quali partire ci sono, basta finirla con le formule ed i “modelli” del passato e rimboccarsi le maniche.
REDAZIONE KULTURAEUROPA